Roma, lunedì 2 maggio 2011 – Dal 6 al 26 giugno, artisti provenienti da tutta Europa si riuniranno ad Avignone in occasione del “Festival d’Avignon”, rendez-vous annuale degli appassionati di teatro. Nata nel 1947 per iniziativa di Jean Vilar, attore, regista e direttore di teatro, la manifestazione è giunta alla 65° edizione. Quest’anno il direttore artistico è il ballerino Boris Charmatz, il quale si augura che l’evento possa “raccogliere in un solo movimento l’ereditario e lo spettacolare, la ricerca e la creazione, l’educazione e la festa, l’apertura verso degli artisti singolari e il desiderio di realizzare un’opera collettiva”, presupposti che lo avevano già guidato nel 2008 nella direzione del centro coreografico nazionale di Rennes e della Bretagna. Tema centrale dell’edizione il dibattito sulla protesta libica contro l’oppressione politica ed economica. Battersi per la libertà in un movimento dinamico e collettivo o con una resistenza intima e pacata? L’attualità si farà arte nelle pièces di Meg Stuart e Rachid Ouramdane. Anche la figura del bambino e l’esperienza della crescita attraverseranno il festival, in particolare negli spettacoli di Anne-Karine Lescop e di Cyril Teste. Le creazioni e le installazioni di artisti emergenti si integrano alle rappresentazioni in modo innovativo, riallacciandosi all’idea del Théâtre Ouvert, che 40 anni fa aveva ispirato l’artefice del festival, basato sulla messa in scena di testi contemporanei.
La rassegna si compone di due modalità, In ed Off. La sezione In è gestita da un’associazione no-profit, con l’intervento mirato di personaggi pubblici competenti in materia teatrale. Molti degli spettacoli si svolgono nel cortile d’onore del Palazzo dei Papi, luogo di residenza della corte avignonese nel XIV secolo. La sezione Off invece è composta da compagnie teatrali che invadono le strade e le piazze della città. Puntando certo più sulla quantità che sulla qualità, questi circuiti coinvolgono in modo diretto lo spettatore, dando vita ad una serie di spettacoli che gli piombano addosso da ogni angolo. A partire dagli immancabili giocolieri fino alle classiche commedie dell’arte. Il festival è un occasione per confrontarsi con le esperienze creative che si sviluppano in un contesto culturale di dimensione europea. Non a caso la Regione Piemonte, fin dal 1997, promuove la produzione artistica nella programmazione dell’Off, che spesso ha significato sia per le compagnie affermate che per i giovani talenti la concreta realizzazione di successive tournée e l’elaborazione di progetti comuni.