Roma, martedì 15 maggio 2018 – È il teatro Palladium, nel cuore della Garbatella, ad ospitare dal 7 al 13 maggio la tredicesima edizione del Roma Tre Film Festival. La rassegna era nata in origine come “Carta bianca Dams”, all’interno del Festival romano “Arcipelago”, per valorizzare i cortometraggi degli studenti. Pur mantenendo la sua originaria natura, ha raggiunto nel corso degli anni una visibilità sempre maggiore, passando da piccolo festival di ateneo a punto di ritrovo per personalità cinematografiche più o meno note. Un evento, come spiega il direttore Vito Zagarrio, “aperto a giovani professionisti provenienti dai Dams italiani o dalle scuole di cinema, ma anche ad autori di varie generazioni che in qualche modo hanno a che fare con la formazione, con l’educazione all’immagine”.
L’ingresso è libero e gratuito ed il festival ha aperto i battenti nella serata di lunedì 7 maggio con la proiezione del film “Il Cratere” dei registi Luca Bellino e Silvia Luzi, entrambi presenti per l’occasione assieme alla presidente dell’Agiscuola Luciana della Fornace. Numerose le personalità del mondo del cinema – attori, registi, autori – che con la loro partecipazione arricchiscono l’edizione di quest’anno. Giuliano Montaldo, Michele Placido, il padre del terrore made in Italy Dario Argento sono solo alcuni dei nomi che nel corso di una settimana di proiezioni, anteprime e dibattiti daranno voce all’Italia della pellicola. Non mancano, accanto ai corti in gara e agli interventi degli esperti, lezioni e master class tenute da professionisti del settore. Da segnalare nella giornata di oggi venerdì 11 maggio l’incontro con il regista Paolo Taviani, che omaggerà lo scomparso fratello Vittorio, prima della proiezione del loro ultimo film “Una Questione Privata” (2017).
La cerimonia di premiazione del corto vincitore, che si aggiudicherà il premio “Carta Bianca Dams” (ricordiamo la giuria di qualità composta dai registi Domenico Rafele, Wilma Labate, Toni Trupia, Stefano Consiglio e dallo studioso Alex Marlow-Mann), avrà invece luogo nella serata di domenica 13 maggio e sarà seguita da un incontro conclusivo col regista Marco Bellocchio, in concomitanza con la proiezione del suo film del 1972 “Nel nome del padre”. Un festival che, ancora nelle parole del direttore Zagarrio, “negli anni ha monitorato l’immaginario di una generazione, ha seguito l’irruzione del digitale, ha tastato il polso di un cinema espanso” e che anche quest’anno non farà a meno di offrire un punto di vista privilegiato sul mondo-cinema.
Andrea De Luca