Roma, lunedì 16 luglio 2018 – Alte Terre è il nuovo progetto di turistico enogastronomico che il Consorzio Salaria è ha lanciato giovedì scorso nella magnifica cornice di Palazzo Rospigliosi a Roma, per promuovere e rilanciare le aree del Lazio colpite nel 2016 dal sisma. 21 tra produttori, aziende agricole, agriturismi, realtà casearie e salumifici, racchiuse in un’area di circa 600 kmq hanno, deciso fare squadra e di promuovere le loro attività e le risorse del territorio, per far ripartire l’economia dei comuni. Tra questi ce ne sono alcuni che nei giorni del sisma sono finiti sulle pagine di tutti media a livello mondiale, per essere stati interamente, o quasi, cancellati dal terremoto. Come dimenticare Accumuli, Amatrice, le due cittadine maggiormente investite dalle scosse telluriche e oggi da ricostruire? Ma danni notevoli, in alcuni casi irreparabili, hanno subito anche Città Ducale, Antrodoco, Città Reale. Così come Posta, Borbona, Borgo Velino, Micigliano e Castel Sant’Angelo. Tutte piccole realtà del Lazio, situate nell’Alta Valle del fiume Velino, un luogo immerso nella natura più rigogliosa, tra pendii, vallate incontaminate, borghi rustici in pietra, ruscelli e piccole cascate.
Ma la dolcezza dei luoghi per chi li visita e per chi ci soggiorna in vacanza non deve ingannare. Spesso questa stessa natura è aspra e forte con chi la deve lavorare, perché un declivio diventa una pendenza difficile da coltivare o per allevare il bestiame. E diventa ancora più arduo se un evento traumatico come il terremoto si è divertito a stravolgere le vie di comunicazione, buttare giù case e capannoni, incrinare pericolosamente i muri degli agriturismi. Eppure questa gente ha saputo far fronte a queste difficoltà e oggi con Alte Terre vuole rilanciare il suo turismo, fatto di buon cibo, escursioni a piedi o in bicicletta, fotografia e relax, focalizzando l’attenzione su quanto di meglio ha da offrire. Perché da una natura incontaminata non possono oggi che sorgere – tra le difficoltà di una produzione resa appunto ardua – materie prime di pregio come ciliegie, mele, formaggi, salumi e insaccati. Spesso prodotti ancora come si faceva una volta, con le raccolte a mano, tutti insieme, in tempi stabiliti, e produzioni di nicchia ma che riservano grandi sorprese al palato.
Le stesse che hanno riservato agli ospiti della serata i piatti preparati da Sandro e Maurizio Serva del Ristorante La Trota di Rivoduri, un’eccellenza nell’eccellenza, che con il loro ristorante due stelle Michelin hanno dato un saggio delle opportunità che possono offrire questi luoghi. Come la Carpa in crosta di semi di papavero, maionese di patate e rape rosse. Il risotto affumicato al rosmarino, liquirizia, guance e caviale di luccio. Trota fario e foie gras, pesche della Sabina e purea di melanzane. Questo è il top di gamma che queste terre possono offrire. Invece tra le iniziative più originali c’è il progetto del “Pic-nic Diffuso”, che è possibile provare in ognuno dei 21 comuni aderenti, con l’idea di acquistare un cestino con i migliori prodotti dell’area, tra cui ricordiamo c’è anche il birrificio artigianale Alta Quota, per escursioni e immersioni totali nella natura a base di materie prime di qualità. «Senza dimenticare – ha concluso Emidio Gentili, presidente del Consorzio Salaria è – che se poi anziché per un pic-nic ci si vuole fermare per una notte, un weekend o più giorni, le aziende saranno felici di cucire su misura la vacanza ideale per tutti».