Roma, lunedì 24 gennaio 2011 – Se pensate che il colore da associare alla Russia sia il rosso della vecchia dittatura staliniana, state commettendo un grossolano errore. Perché dalla terra di Tolstoj e Anna Karenina questa volta arriva un’ondata di verde. Si chiama “Ark”, è un hotel ed è stato progettato secondo il canone dell’eco-compatibilità. L’idea, nata dal cervello dell’architetto russo Alexander Remizov, prevede la costruzione di una struttura in legno, acciaio e plastica EFTE –un materiale nuovo, un polimero contenente fluoro, utilizzato già utilizzato da architetti innovativi come Herzog & de Meuron – ad alta resistenza poiché potrà sorgere in qualunque posto del pianeta. A forma di arca rovesciata, l’edificio è stato pensato anche per galleggiare, grazie alla costruzione di una carena -la parte inferiore degli scafi immersa nell’acqua – in stile nido d’ape. L’hotel arriverà ad accogliere ben 10.000 persone, con una dimensione interna di 14.000 mq. Parte dell’energia sarà recuperata grazie all’utilizzo dei pannelli solari che ricopriranno l’intera superficie dell’arca, mentre l’elettricità sarà fornita da un generatore di energia eolica che attraversa il centro dell’edificio. E se venisse costruita sull’acqua, potrebbe addirittura sfruttare l’energia termica. Scrive Remizov: “La forma di una cupola promuove la formazione di turbolenze d’aria, rafforzando il lavoro di generatori eolici. Essa, inoltre, promuove l’accumulo di aria calda nella parte superiore dell’edificio. Questo calore sarà trasformato in altri tipi di energia”.
L’idea nasce a seguito del completamento, da parte di Remizov, di un master su “Insediamenti non inquinanti” e con la collaborazione dello scienziato moscovita Lev Britvin. Per completare l’opera, secondo l’architetto russo e i suoi collaboratori, sarebbero sufficienti 3 o 4 mesi. E pensare che in Italia da decenni, ormai, si discute della problematica costruzione del ponte sullo stretto. Fuori dalle mura dello stivale c’è un mondo che si tiene al passo coi tempi e avanza progetti per un futuro migliore. Un futuro in cui la tecnologia e il design moderno sono compatibili con la cura e il rispetto per l’ambiente. Un futuro in cui la tecnica scientifica e ingegneristica si coniugano con la creatività artistica e il senso civico mondiale. L’idea dell’arca galleggiante – il nome appare profetico, richiamando alla mente il biblico e salvifico progetto di Mosè – viene dalla Russia della Transiberiana. Mentre l’Italia, che per tre quarti è bagnata dal mare, se ne sta con le mani in mano, e pensa alla libertà. Ad ogni modo, la sorpresa è più che gradita.