Roma, venerdì 6 maggio 2011 – Continuano a crescere i detenuti nelle carceri del Lazio. Al 3 maggio i reclusi nelle 14 carceri della regione erano 6.550, 2.222 in più rispetto ai posti disponibili indicati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. I dati sono stati diffusi dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, secondo cui «nonostante gli ultimi provvedimenti legislativi fra cui anche la legge “svuota carceri”, che avrebbe dovuto sgravare gli istituti di tutta Italia di oltre ottomila reclusi, il trend non sembra invertirsi, anzi i reclusi continuano a crescere in maniera impressionante».
«Lo scorso mese di aprile – continua Marroni – nel Lazio è stata sfondata per la prima volta quota 6.500 presenze e, in poco più di quattro mesi, dall’inizio dell’anno ad oggi, i detenuti anziché diminuire, sono aumentati di 173 unità, con tutte le conseguenze che questo implica».
Rispetto al 21 aprile del 2010, quando i detenuti erano complessivamente 6.138, c’è stato un incremento di 412 unità. Attualmente nelle celle della regione sono reclusi 6.108 uomini e 442 donne. Il 27 marzo erano 6108 uomini e 444 donne. In 15 mesi, da febbraio 2010 quando nelle celle c’erano 5.882 persone (5.470 uomini e 412 donne), il numero dei detenuti è aumentato di 668 unità. I problemi maggiori delle carceri sono legati alla cronica carenza del personale di polizia penitenziaria, ai tagli al budget che hanno messo in difficoltà anche la gestione ordinaria degli istituti e, soprattutto, al sovraffollamento.
Riguardo quest’ultima priorità, i casi più problematici si registrano a Latina, dove i detenuti dovrebbero essere 86 e sono invece più del doppio, a Viterbo, con quasi 300 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare, Frosinone, con quasi 200 reclusi in più, Rebibbia, con circa 450 in più, e Regina Coeli. Infine, a Rebibbia femminile le donne dovrebbero essere 274; sono invece quasi cento in più, con tutti i problemi che ciò comporta nella gestione delle recluse madri con i figli fino a 3 anni al seguito.
Paradossale il caso di Rieti, dove sono stati attivati solo una parte dei 306 posti disponibili (circa 120) e che risultano già abbondantemente sovraffollati, mentre a Velletri resta ancora chiuso per carenza di agenti di polizia penitenziaria il padiglione con oltre duecento nuovi posti.
«Sovraffollamento, carenze di organico e cronica penuria di risorse – ha detto Marroni – stanno pian piano portando l’intero sistema al collasso. Oramai sono sempre più frequenti, in tutta Italia, le manifestazioni di protesta anche da parte degli agenti di polizia penitenziaria, che denunciano le difficili condizioni di lavoro. Fin quando non si deciderà di intervenire in maniera strutturale, rivedendo una legislazione fatta per reprimere con il carcere ogni condotta illegale, ci sarà sempre emergenza nelle carceri. Ma un intervento del genere non sembra essere all’orizzonte. Ed intanto siamo costretti a prepararci a vivere un’estate che si preannuncia caldissima sotto tutti i punti di vista»