di Andrea Aidala
aaidala@lacittametropolitana.it
Roma, domenica 18 gennaio 2009 – Governo italiano nell’occhio del ciclone per la questione della proposta di far pagare agli immigrati il permesso di soggiorno. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, rispondendo alle critiche mosse dalla società civile e da varie forze politiche, ha sostenuto che tale misura ricalca quanto è già legge in tutti i paesi che compongono l’Unione europea. Ma proprio dalla Ue è arrivato un secco alt all’ipotesi.
Il permesso di soggiorno, già ora, costa e non poco considerando il fatto che la maggior parte di chi lo richiede possiede niente in tasca: 14,62 euro di marca da bollo, trenta euro da versare alla consegna della domanda ed infine 27,50 euro se si richiede un permesso di durata superiore ai novanta giorni. Per non parlare dei tempi d’attesa. Si conoscono casi in cui dei poveri immigrati si sono visti recapitare il documento dopo mesi, anche dopo più di un anno, a permesso già scaduto.
La proposta avanzata dalla Lega Nord di imporre una tassa sulla concessione o sul semplice rinnovo del permesso di soggiorno agli immigrati, poi trasformata in un contributo di importo variabile dai dieci ai quattrocento euro, è al centro anche dell’attenzione del Consiglio d’Europa. Il Commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, qualche giorno fa, in visita alle baraccopoli romane, ha parlato di diritti umani trascurati, ignorati, leggi ingiuste e discriminatorie nei confronti degli immigrati, riferendosi in particolare alla norma che considererebbe reato o comunque un’aggravante l’immigrazione clandestina ed il pagamento per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Critiche sono state mosse anche dal presidente dell’associazione intellettuali musulmani italiani e consulente per l’immigrazione ed i ghetti urbani della commissione Affari istituzionali del Senato, Ahmad Gianpiero Vincenzo, che giudicando le misure promosse dal Carroccio “discriminatorie e razziste”, ha affermato: “Assistiamo preoccupati ad una escalation persecutoria della Lega Nord contro gli immigrati in genere e i musulmani in particolare”. Anche riguardo la proposta del Ministro degli interni, Roberto Maroni, di rimpatriare immediatamente i clandestini che giungono a Lampedusa, Hammarberg si è mostrato contrario poiché tale norma “non consentirebbe, a chi ne avesse diritto, di chiedere asilo” rischiando di essere rimpatriato in paesi dove ad attenderlo vi sarebbe la tortura o perfino la morte.
L’Esecutivo italiano è stato difeso dal capogruppo dei senatori del Popolo delle libertà Maurizio Gasparri che, giudicando “sgradevoli” le dichiarazioni del commissario Ue, ha ricordato la nostra “lunga storia di accettazione e di tolleranza nei confronti degli immigrati”. Una tolleranza che però al giorno d’oggi appare dimenticata da molti italiani, alla luce ad esempio dell’omicidio di Abdul Guibre, italiano di nascita ma originario del Burkina Fasu, sospettato di aver rubato dei biscotti in un negozio di Milano e massacrato a colpi di spranga dagli stessi proprietari del locale. Oppure ricordando l’umiliazione subita da una donna ucraina, sempre nel capoluogo lombardo, operata da quattro vigili, che l’hanno picchiata ed insultata solo perché sospettavano fosse una venditrice ambulante. Senza dimenticare la triste vicenda di cui è stato protagonista Emmanuel Bonsu, il giovane bengalese che nel settembre scorso dichiarò di essere stato pestato, denudato e umiliato da alcuni vigili urbani di Parma. Le indagini del pubblico ministero si sono concluse e per quattro dei dieci agenti sotto accusa sono scattati gli arresti domiciliari. Sulle teste dei dieci tutori della legge incriminati, tra cui un ispettore capo ed un commissario, pesa un gravoso impianto accusatorio: sequestro di persona, calunnia, ingiuria, falso ideologico e materiale, violazione dei doveri d’ufficio e abuso di potere. Ipotesti preoccupanti, sulle quali sarà chiamata a fare piena luce la magistratura.