Tony Mancino
Intervista al rapper pugliese, che presenta a Torino l’uscita del suo nuovo album “Special Delivery”: una “Spedizione speciale” per tutti i suoi fans
 
 

Tony Mancinodi Gabriella Pastore
redazione@lacittametropolitana.it

Torino, venerdì 23 gennaio 2009 – Giunto al suo secondo album da solista, l’artista torinese Michele Prisciandaro alias Tony Mancino, seppur remi un po’controcorrente, è riuscito a cogliere la sfumatura più autentica del genere hip hop. Nell’ultimo album “Special Delivery”, emerge la sua maturità artistica che, mette in risalto la sua destrezza nell’arrivare dritto al nocciolo di una questione senza ricorrere a troppi giri di parole. Tony Mancino lancerà il nuovo disco oggi dall’Azur cafè di Torino, con special guest Bassi Maestro, veterano del panorama hip hop italiano e in attesa della presentazione La Città Metropolitana lo ha incontrato.

Autoproduzione, autopromozione. Hai scelto una delle vie più complesse. Cosa hai da dire al riguardo?
Non è stata del tutto una scelta volontaria, per metà è stata dettata dagli eventi post Suite, Funk Famiglia (l’etichetta discografica ed il gruppo con il quale ho inciso il primo disco nel 2000 “Riconoscilo dal suono”). A distanza di tempo, mi sono abituato all’idea di muovermi seguendo il mio istinto, assecondando la mia voglia di fare musica, investendo in prima persona, avendo così un pieno controllo dei miei progetti. Questo raddoppia la fatica, i sacrifici, ma consente una soddisfazione maggiore quando fai bingo, ovviamente anche quando fallisci un obbiettivo. Cerco di muovermi con cautela senza però condizionare troppo le mie scelte. Sono il primo che crede in me stesso…ed è già una buona cosa.

L’album “Special Delivery” vanta di diverse collaborazioni a livello di produzione con Rayden, Livio, Michel, Dj Koma, Dj Sid, Tyre, Tesmo e Alby D. Quanto conta collaborare con diverse persone per la buona riuscita di un disco?
E’ importante che si crei una certa armonia durante la preparazione di un disco, soprattutto se le persone coinvolte sono più di una, come nel caso di “Special Delivery”. L’intero progetto ha colto l’interesse di tutti i partecipanti e questo mi ha permesso di gestire al meglio i lavori, alla fine c’è la mia firma, ma è doveroso ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno reso possibile che questo accadesse. Da Paolito che ha registrato l’intero disco, ai produttori coinvolti che mi hanno messo a disposizione i beats, a chi si è occupato della parte grafica, insomma, ho messo su un buon team. “Special Delivery” è un merito che voglio condividere con tutti!

In due tracce del tuo ultimo album, ammicchi un po’ allo stile melodico napoletano. Un po’ curioso dato le tue origini piemontesi. Una provocazione e un gioco o una via traversa per dire: tutto è possibile?
Le mie origini sono pugliesi, io sono nato in Piemonte, ci sono un paio di episodi dove ho messo a disposizione di Rayden dei campioni di musica neomelodica napoletana. L’hip hop è un genere che ti permette anche questi esperimenti, suonavano bene già nella forma originale, poi sono state riadattate nella versione hip hop, uno degli esempi di come questa musica possa spaziare attraverso generi differenti, contemporanei o classici. Non importa la provenienza, volevo provare qualcosa di inaudito per certi versi, ma non credo di essere stato il primo e credo che non sarò l’ultimo a tentare questi “strani” accostamenti.

Cosa fa Tony Mancino nella vita di tutti i giorni?
Tony Mancino vive la passione per la musica, senza perdere il contatto con la realtà. Ho da poco comprato casa e acceso un mutuo, dopo anni di precariato ho avuto la possibilità di realizzare quest’impresa. Sono una normalissima persona che si esprime con la musica e cerca di non impazzire, cercando il suo posto nel mondo. Non vorrai mica che mi metta ad elencare le commissioni che sbrigo giornalmente(spesa, posta, banca…)? Sarebbe noioso, non credi?

Michele Prisciandaro e Tony Mancino. Se dovessi immaginare di fondere i due personaggi. cosa coglieresti dell’uno e cosa lasceresti dell’altro?
La verità è che i due personaggi si sono già amalgamati nel corso degli anni, ogni tanto litigano ma spesso vanno d’accordissimo. Mi piace il carattere combattivo di Tony Mancino, la grinta, la forza d’animo. Michele è simile, anche lui non si arrende facilmente, ma capita a volte che debba tirare il freno perchè se fosse per Tony in certi casi, sarebbe tutto il contrario di tutto. Non lascerei da parte nessun lato di entrambi i caratteri perchè piano piano sto cercando di farli convivere nella musica che faccio.

In una performance quanto conta per te il look?
Quando vado ad un concerto che non è il mio, guardo tutto. Il palco, gli effetti scenici, l’impianto, l’interpretazione dell’artista e anche il suo look. Per me è importante presentarmi in una certa maniera. Il vestito giusto, l’appeal, la sicurezza nell’esprimere le proprie convinzioni è fondamentale, meglio farlo comodi….quindi non c’e niente di male nel curare il look, senza farsene una malattia!

Hai un profilo sia su Myspace sia su Facebook. Come ti rapporti col tuo pubblico attraverso questi social network?
Cerco di restare al passo con i tempi ed oggi per promuovere la mia attività. Mmypace è una manna dal cielo, Facebook è più immediato per certi versi, però mi trovo bene con entrambi. Ne faccio un uso ponderato e questo mi permette di tenermi in contatto con chi attraverso un click, ha voglia di ascoltare la mia musica. Si creano delle “comunità” e ognuna spinge verso un interesse differente, il mio è la musica, detto questo, preferisco di gran lunga girare i posti e conoscere il mio pubblico dal vivo.

Puoi lasciare ai tuoi fan qualche anticipazione per i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando alla promozione di “Special Delivery”, cercando spazi per suonarlo dal vivo, indirizzandolo nei canali promozionali adeguati. A breve girerò il video del prossimo singolo e  lavorerò su quello. Dal punto di vista artistico sto cominciando a pensare al nuovo progetto che vedrà la collaborazione di un solo produttore, per quanto riguarda i beats, siamo ancora in alto mare, quindi non posso svelare niente al momento. Una cosa è certa, sarà un’altra sfida che mi sto preparando ad affrontare al massimo delle mie possibilità.

“…ad ogni modo fallo, non perder tempo fallo, non ascoltare nessuno se non te stesso…fallo!”.  Nel ritornello  del brano “Do it” del primo album “Il giorno dopo”, affermi queste parole. A due anni dall’uscita del disco, daresti ancora questo consiglio ai giovani?
Assolutamente si! E’ un consiglio che vale per ogni età. Mi piace l’idea che ognuno possa realizzarsi mettendo a frutto un progetto, non necessariamente legato alla musica, credo sia un peccato dover rinunciare alle cose, molta gente molla il colpo senza nemmeno provarci, questa è la cosa peggiore. Più vado avanti, più mi accorgo di quanta gente giornalmente rinunci ai propri sogni, questa è una cosa triste. Ovvio, la vita prende corsi inaspettati e spesso contro la nostra volontà siamo portati a passare ad altro, ma sono fortemente convinto che “volere è potere” dato che lo sto provando sulla mia pelle. Male che vada, resta la soddisfazione di averci comunque provato.

Di Massimo Marciano

Fondatore e direttore di La Città Metropolitana. Giornalista professionista, youtuber, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.

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