Roma, mercoledì 15 giugno 2011 – La scorsa domenica Silvia Danesi Squarzina, docente di Storia dell’arte moderna all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, ha annunciato il ritrovamento in Spagna di un olio su tela inedito di Caravaggio, appartenente ad una collezione privata, raffigurante Sant’Agostino nel suo studio. L’ articolo “Guardate c’è un nuovo Caravaggio”, è stata pubblicato nell’inserto domenicale del Sole 24Ore. E la scoperta ha da subito suscitato pareri opposti, aprendo una polemica tra la professoressa e l’esperto d’arte Vittorio Sgarbi. Il critico ha dichiarato in un pezzo pubblicato in prima pagina dal quotidiano “Il Giornale” la non appartenenza del quadro al grande maestro, decretando l’ennesima “bufala” accademica italiana. La storica dell’arte aveva parlato dell’inedito alla Galleria Borghese di Roma il 28 settembre dello scorso anno, alludendo ad un legame dell’opera con la Collezione Giustiniani. Ed effettivamente, il dipinto viene citato all’interno dell’inventario redatto dallo stesso marchese nel 1638. Il Sant’Agostino è descritto in pendant con un’altra opera, un San Girolamo (ritrovato nel 1974 da Maurizio Marini nel museo del monastero catalano di Montserrat). I quadri sono stati affiancati da Vincenzo Giustiniani come se formassero una coppia. In realtà, per stile, colore, fattura, le due opere non possono essere contemporanee, e nello specifico il Sant’Agostino, come ammette la stessa professoressa, non potrebbe essere datato dopo il 1600.
Ma la critica afferma con assoluta certezza che il San Girolamo è da datarsi nel 1605. Da desumersi, di conseguenza, che uno dei due quadri non appartenga al grande pittore. Ma l’aderenza al suo stile inconfondibile non metterebbe a rischio la scoperta di Marini, e la critica salva senza dubbio il San Girolamo. Spiega Sgarbi: “Dall’ambientazione in una biblioteca al cappello cardinalizio, al volto pateticamente inespressivo, tutto nel dipinto parla di un pittore molto diverso da Caravaggio e operoso alcuni decenni dopo – e continua – Mi sono compiaciuto della bella notizia finché non ho visto l’ immagine pubblicata a tutta pagina sulla copertina dell’inserto, fortunatamente, in questo caso, dimidiato; ma abbastanza leggibile per capire che, nonostante il generoso entusiasmo di Silvia Danesi Squarzina, si trattava di una ‘bufala’”. Replica la studiosa: “è indispensabile vederlo in originale, in carne e ossa. Pertanto invito Vittorio Sgarbi a venire a Roma in novembre, quando il dipinto sarà tornato da Ottawa. Se il proprietario lo presterà, organizzeremo una tavola rotonda davanti al dipinto, e così lo specialista potrà offrire il suo prezioso parere alla luce di un esame diretto”. Per ora la polemica resta aperta. Ma il dubbio è stato instillato. Forse anche nella testa della professoressa?
Simona Passeri Leoni