Roma, mercoledì 30 giugno 2011 – Il 27 ottobre debutterà in versione teatrale ed italiana al Teatro Nazionale di Milano il musical “Sister Act”, tratto dall’omonimo film del 1992 diretto da Emile Ardolino. La “falsa suora” Whoopi Goldberg, protagonista della storia cinematografica, sarà co-produttrice dello show. La versione italiana sarà infatti affidata alla Stage Entertainment, multinazionale europea del musical (800mila biglietti venduti in due stagioni con gli spettacoli “Mama mia”, “La bella e la bestia” e “Flash Dance”). Il musical, che ha già debuttato lo scorso 20 aprile al Broadway Theatre di New York, con grande successo di pubblico e critica, ha vinto cinque nomination ai Tony Awards. “Il 23 giugno il Presidente Obama verrà a vedere Sister Act a Broadway, sarà la prima serata di raccolta di fondi per la rielezione”,ha annunciato l’autrice (più volte pronunciatasi a favore del nuovo Presidente nero degli USA). La storia di Suor Maria Claretta – la cantante di casinò Deloris, fanatica di Donna Summer, messa sotto protezione dalla Polizia e costretta a farsi suora perché testimone oculare di un omicidio – sbarca in Italia. E la produttrice non sembra preoccupata di una possibile reazione del Papa: “Spero che a Milano venga a vedere il musical. Sister Act non è mica uno spettacolo irrispettoso nei confronti della chiesa. Mi fa anzi ripensare alla scuola cattolica dove mi mandava mia madre, con tutte quelle suore che davvero credevano nella loro missione, un segno di speranza in un’epoca cinica come la nostra”. Nel frattempo nel mese di marzo si sono svolte a Roma e a Milano le audizioni per il cast. Il musical si avvale delle musiche funk, soul e disco di Alan Menken (vincitore di 8 premi Oscar ed autore di numerosi successi Disney, tra cui “The Little Mermaid”, “Beauty & The Beast”, “Aladdin”e “Enchanted”); le parole delle canzoni sono scritte da Glenn Slater, il testo del libretto porta la firma di Cheri e Bill Steinkellner.
Lo spettacolo è immerso nel clima degli anni 70, anni caldi in America come in Europa. “La grande cosa degli anni Settanta è che chiunque poteva andare in un club, ballare e sentirsi bello, che fosse il localino di quartiere dove scendevi senza un filo di trucco o lo Studio 54 dove andavi conciata come la Patti LaBelle di Lady Marmalade – ha dichiarato Whoopi Goldberg in un’intervista – di fronte al ballo erano tutti uguali, ricchi e poveri, bianchi e neri. Non sono ancora finiti i tempi di Dorothy Dandridge (la ballerina che negli anni Cinquanta fu allontanata da Hollywood perché di colore), e forse non finiranno mai.”. L’autrice non si è mai risparmiata nella lotta per i diritti civili, nonostante sia una delle 10 persone al mondo ad aver vinto un Oscar, un Golden Globe, un Grammy, un Emmy ed un Tony Award. Una carriera eccezionale, che sembra non avere intenzione di esaurirsi.
Simona Passeri Leoni