Roma, martedì 20 settembre 2011 – Le alte temperature dei giorni scorsi non lasciavano presagire il diluvio che si è abbattuto la sera del 18 di settembre scorso a Roma. Ma il problema è proprio questo, affrontare i recenti sconvolgimenti climatici in modo differente ed efficace. Sono anni che assistiamo ad anomalie climatiche, dovute principalmente all’accrescersi del tasso d’inquinamento, che espongono il nostro Paese a pericolosi nubifragi eppure non si vedono mutamenti nell’abituale modo di pensare per tentare di limitare nel concreto i danni alle persone ed alle cose.
Volendo fare un breve bilancio dal 2008 ad oggi non si può far altro che constatare la ripetizione di un triste copione con danneggiamenti d’auto e morti per crollo di alberi in varie zone del territorio comunale. Il 19 di settembre è stata sfiorata la tragedia nel quartiere Prati a Roma, all’altezza del civico numero 39 di Via dei Gracchi intorno alle ore 15:00 del pomeriggio, in seguito ad un breve temporale, si sono abbattuti tre alberi sulle auto in sosta creando paura e sgomento, e solo per puro caso non si sono riscontrati danni alle persone. La via in questione è situata alle spalle della comunissima Via Cola di Rienzo, per intenderci, non una via di periferia ma una delle vie più gettonate dello shopping della capitale.
La notte precedente un turbinio di fulmini ed allagamenti aveva causato la chiusura di sei stazioni della principale metropolitana di Roma, la linea A, con relative richieste di soccorso da parte di numerosi cittadini in difficoltà. In circa quindici minuti erano piovuti al suolo trenta millimetri d’acqua. A causa di ciò era stato anche chiuso il sottopassaggio all’altezza del crocevia tra la Via Casilina e lo svincolo del grande raccordo anulare. Cosa deve ancora accadere perché ci si renda conto che il territorio comunale, alla luce di un mutato panorama climatico, necessita di frequenti controlli atti a garantire l’incolumità dei cittadini all’interno del comprensorio pubblico?