Benedetto XVI esprime preoccupazione per il ritorno a tale pratica ed esorta al rispetto dell’etica contro coloro che vorrebbero eliminare chi è malato o imperfetto

di Lilly Amato
lamato@lacittametropolitana.it

Roma, sabato 21 febbraio 2009 – Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina, in occasione della XV Assemblea generale, i membri della Pontificia Accademia per la Vita, in seguito al convegno promosso in questi giorni, "Le nuove frontiere della genetica e il rischio dell’eugenetica". L’incontro ha sottolineato che, nella società odierna, anche "le ideologie eugenetiche e razziali che, in passato, hanno umiliato l’uomo e provocato sofferenze immani" non vengono riproposte esplicitamente, ma "si insinua una nuova mentalità che tende a giustificare una diversa considerazione della vita e della dignità personale fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale". Il Pontefice ha, infatti, affermato che "ancora ai giorni nostri appaiono manifestazioni preoccupanti di questa pratica odiosa, anche se essa si presenta con tratti diversi. Si tende a privilegiare le capacità operative, l’efficienza, la perfezione e la bellezza fisica a detrimento di altre dimensioni dell’esistenza non ritenute degne".

"Viene così indebolito il rispetto che è dovuto ad ogni essere umano, anche in presenza di un difetto nel suo sviluppo o di una malattia genetica che potrà manifestarsi nel corso della sua vita, e sono penalizzati, fin dal concepimento, quei figli la cui vita è giudicata come non degna di essere vissuta". Ha, poi, continuato: "Ogni discriminazione sulla base di differenze riconducibili a reali o presunti fattori genetici è un attentato contro l’intera umanità. Va ribadita con forza – ha spiegato ai membri della Pontificia Accademia per la Vita – l’uguale dignità di ogni essere umano per il fatto stesso di essere venuto alla vita". Nessuna citazione del caso Englaro, di cui si continua a discutere, anche per il disegno di legge sul testamento biologico. Nell’antica Roma, i bambini con malformazioni venivano gettati dalla rupe Tarpea; nella Germania nazista, anche un parente del Papa affetto da sindrome di down subì, per questo, l’eutanasia. Nel mondo, oltre a tentare di varare leggi sull’eutanasia, è pure diffuso il tentativo di manipolare gli embrioni e i feti alla ricerca di "figli sani".

Ha concluso il Santo Padre: "E’ necessario consolidare la cultura dell’accoglienza e dell’amore che testimoniano concretamente la solidarietà verso chi soffre, abbattendo le barriere che spesso la società erige discriminando chi è disabile e affetto da patologie o, peggio, giungendo alla selezione e al rifiuto della vita in nome di un ideale astratto di salute e di perfezione fisica". Mons. Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha detto: "Oggi l’eugenetica mostra il volto consolatorio di chi vorrebbe migliorare fisicamente la specie umana. Si esprime in progetti scientifici, biologici, medici, sociali e politici; progetti che comportano un giudizio etico quando si vuol sostenere che si attua una simile azione eugenetica in nome di una normalità di vita da offrire agli individui. Questa mentalità tende a considerare che ci siano persone che hanno meno valore di altre". Il Papa ha affermato la necessità di lottare contro il riduzionismo genetico, perché "l’uomo è più grande del suo corpo fisico: l’uomo porta con sé la forza del pensiero".

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