Ted Lapidus sin dagli anni ’60 ha apportato nella moda innovazioni, che ancora oggi si riflettono nello stile dei giovani: la moda unisex e non solo
 
 

di Gabriella Pastore
redazione@lacittametropolitana.it

Parigi, venerdì 27 febbraio 2009 – Edmond Lapidus, con lo pseudonimo di Ted Lapidus, si impose nel panorama della scena dell’haute couture francese a partire dal 1957, anno in cui aprì la sua maison di moda e contemporaneamente anche la sua prima boutique unisex.

 
Si è spento all’età di 79 anni, lo scorso 29 dicembre, lasciando nel mondo della moda una traccia indelebile di quel polverone pieno di novità tanto sollevato e chiacchierato a partire dagli anni ’60, anni in cui la trasgressione e la voglia di rinnovarsi aveva catturato lo spirito dell’epoca. Un polverone che si è trascinato nel tempo, negli anni, ricco di tante innovazioni a partire dalla moda safari, a quella militare e unisex. Fu il primo stilista a lanciare la spallina sotto la giacca, moda tanto apprezzata e applicata nei suoi intramontabili tailleur anche dal “re” Giorgio Armani.
 
Ha fatto del jeans un capo di alta moda, tanto da guadagnarsi con tutte queste ingegnose e impeccabili novità di sartoria il riconoscimento di “poeta francese dell’alta moda”. Il jeans diventò l’uniforme ideale per i giovani di tutto il mondo. Era indossato da tutti, uomini e donne, senza distinzione, che continuamente lo abbinavano a camicie, maglioni e mocassini, dando origine ad uno stile unisex. Questa impronta lasciata da Lapidus ha fatto sì che questo stile divenisse il segno distintivo per gli adolescenti degli anni Sessanta.
 
Il designer parigino, ha sempre cercato di uscire fuori dalle righe e di non fossilizzarsi nel  prestigioso settore della haute couture, tanto da riuscire a scandalizzare la Chambre syndacale de la Haute Couture per aver aperto, nel 1963, un mercato di massa all’interno della boutique. Le sue scelte hanno continuamente “fatto rumore” non solo nell’ambito del settore moda parigino, ma nell’intera sfera mondiale, tanto che, nel 1969, trattando con il governo israeliano, è riuscito a prendere il controllo dell’industria della moda di Israele, realizzando le divise per le donne dell’esercito. Questo contratto ha fatto sì che, entro la fine del 1970, il settore prèt-à-porter israeliano fosse timbrato con il marchio Ted Lapidus.
 
Una continua sfida che, questo stilista alternativo, ha voluto lanciare anche concentrandosi sulla fascia degli accessori, come occhiali da sole, penne, orologi, profumi. Alla sua morte, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato: “Ha democratizzato l’eleganza francese e fatto della moda un qualcosa accessibile sia per gli uomini sia per le donne”.

Di Massimo Marciano

Fondatore e direttore di La Città Metropolitana. Giornalista professionista, youtuber, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.

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