Roma, venerdì 20 aprile 2012 – Avete presente la soddisfazione e il divertimento di un bambino mentre assiste al volo leggero delle bolle di sapone nell’aria? Ecco, immaginate che un comico sia quel bambino. E prendiamo per buona questa di immagine che rimanda al titolo, perché (credete a me) l’altra, mi obbliga a tacere.
Parliamo di Filippo Giardina, forse uno dei comici più cinici e crudi che vi capiterà di vedere sul palco. Ma la realtà che, in «Bolle di sapone, esistenzialismo satirico da quattro soldi», prende vita durante i suoi 75’ è tanto oscena e raccapricciante quanto “reale”. Nella sua premessa, che vieta il monologo ai minori di 18 anni, Giardina, fondatore di Satiriasi-Officina della Satira, sembra voler fin da subito mettere in chiaro una cosa: se siete un po’bigotti, perbenisti e storcete facilmente il naso di fronte a un linguaggio feroce e scurrile,beh, avete senz’altro sbagliato spettacolo. Nella sala Agus del Teatro dei Satiri, si assiste a un capovolgimento paradossale dell’etica e di tutto ciò che, almeno fino a un minuto prima di prendere posto davanti al palco,si consideri normale e quanto mai corretto. Si sostengono tesi assurde come quella che vede “i preti pedofili come le vittime della società” oppure quella di “aumentare gli stipendi ai politici” affinché non subiscano più l’ingiustizia di sentirsi inferiori a un Briatore o a uno Zlatan Ibrahimovic.
E la cosa incredibile è che passati i primi dieci minuti di “sbigottimento generale” si riesce a entrare nel clima dello spettacolo tanto da prenderne una parte. Diventiamo quella spalla fondamentale di un comico che, come “Mamma Satira” vuole, riesce a esprimere il proprio pensiero suscitando una risata. Ed è proprio questo che intende Giardina quando parla di Satira: “La satira di oggi è rovinata dall’attualità. A mio avviso uno spettacolo satirico dovrebbe far ridere anche dopo cinquant’anni, invece si respira una malsana esigenza di commento in tempo reale su tutto. La satira non è sentirsi più intelligenti della media, la satira non è scrivere una battuta sull’uscita infelice di un politico, la satira non è dire qualcosa su qualcuno. La satira è esprimere un proprio punto di vista pensato e ragionato suscitando una risata”. E non sembrano esserci davvero dubbi, un’asta, un microfono e un comico senza freni e tabù, fanno di Bolle di Sapone un vero e proprio pezzo di Satira “d’oc”. Dimenticatevi di Zelig o Colorado, questo non è Cabaret. Qui c’è un “folle” che promuove la raccomandazione a scapito della meritocrazia, un uomo che al di la della sua apparente brutalità non manca però di raccomandare al suo pubblico cosa sia fondamentale in questa vita, in questo mondo che pubblica i propri stati d’animo “in bacheca” e apprezza quel che lo circonda con un “mi piace”. L’ umanità…quella mi raccomando, non perdetela mai.
di Valentina Orsini