Roma, giovedì 27 settembre 2012 – Il calcio è il gioco più semplice e spietato del mondo, che ha una semplice regola: mettere la palla in porta. Quando questo non succede, o meglio, il numero di gol non è pari alla mole di gioco fornita dalla squadra, la partita prende una brutta piega. Così è successo ieri sera alla Roma. Prende letteralmente a pallate la porta della Sampdoria difesa da Romero per circa un’ora di gioco, per poi subire il pari sull’unico tiro, anche se è molto difficile chiamarlo così, da parte della squadra doriana, che pareggia con Munari, dopo una colossale indecisione dell’estremo difensore della Roma Stekelenburg, che non riesce a bloccare un innocente cross proveniente dalla destra, l’iniziale vantaggio firmato dal solito Francesco Totti.
Ora, che sia stato un calo fisico o psicologico poco importa, perché una squadra con ambizioni da scudetto, come ribadito più volte dallo stesso tecnico Zeman, non si può far rimontare in casa da una neopromossa, per di più in dieci uomini da inizio ripresa a causa dell’esplusione (molto generosa) per doppia ammonizione di Maresca. Va bene il dominio territoriale, va bene il continuo cercare la via del gol per circa un’ora di partita, ma bisogna anche saperle vincere le partite. La Roma è troppo sprecona a narcisista, e questo, in Serie A, non puoi permetteterlo.
Ci sono però delle note liete da sottolineare ieri sera, che possono far bene sperare il popolo romanista. La prima è il calore del pubblico giallorosso il quale, nonostante si trattasse di un turno infrasettimanale, non ha fatto mancare il suo sostegno alla squadra, facendo registrare circa 40 mila presenze allo stadio. Non male per un giorno lavorativo. La seconda è il trend di Zeman: 8 punti nelle prime 5 partite di campionato sembra un dato allarmante, ma sotto certi punti di vista è una costante del boemo. Lo stesso tecnico, infatti, ha fatto registrare lo scorso anno a Pescara un trend molto simile: la squadra abruzzese fece 9 punti nelle prime 5 giornate, perdendo con Modena e Reggina, e vincendo con Verona, Empoli e Crotone, prima poi di volare verso la promozione diretta. La terza menzione è per il capitano della Roma Totti, arrivato ieri sera a 216 gol nella massima serie, agganciando al terzo posto della classifica dei marcatori di tutti i tempi gente che ha fatto la storia del nostro calcio come Josè Altafini e Giuseppe Meazza. Almeno lui ci regala una gioia nella serata nera di ieri, lui che ha il gioco zemaniano nelle vene, e si vede: tutto il gioco passa dai suoi piedi, dal suo estro, dalla sua fantasia, che scatenano sempre le discese di un inesauribile Balzaretti sulla sinistra. Un limite questo, poiché la Samp, come il Bologna domenica scorsa, capisce il gioco e prende subito le misure. Annulla gli attacchi dei giallorossi sull’asse Totti-Balzaretti per circa 20 minuti della ripresa, portando la Roma ad affacciarsi dalle parti di Romero solo con un tiraccio da fuori di De Rossi all’80° minuto.
Ora sabato aspetta alla Roma un vera e propria battaglia a Torino contro la Juventus. Una vera prova di maturità che vedrà i giallorossi confrontarsi con la squadra più forte d’Italia, su un campo che, fatalità, ha violato solo una squadra in 2 anni: la Roma Primavera di Alberto De Rossi. Possano essere questo e le brutte prove in casa con Bologna e Sampdoria, a dare la giusta scossa a questa squadra per compiere l’impresa? O sarà una totale disfatta come fu lo scorso anno? Staremo a vedere.