Torino, lunedì 29 settembre 2012 – Troppo brutta per essere vera. Una squadra intera in balia delle azioni juventine. Una disfatta. Su tutti i fronti. La Roma non scende praticamente in campo a Torino e la Juventus già nella prima mezz’ora ipoteca la vittoria con tre sberle da ko. I giustizieri sono Pirlo su punizione, Vidal su rigore ed il redivivo Matri a cui i giallorossi permettono di tornare al gol dopo ben sette mesi. È così che la gara si chiude nel primo tempo, con la Roma che attua una tattica suicida in difesa lasciando enormi praterie dove si infilano a turno tutti gli avanti bianconeri. Nella ripresa, timida reazione giallorossa, dovuta più al stanchezza e alla mollezza dei bianconeri che ad altro, che porta al gol su rigore di Osvaldo e porta il risultato sul 3-1. Sul finire della gara però Giovinco chiude la pratica con un letale contropiede, che stende la squadra capitolina e fissa il risultato sul 4-1 finale.
A fine gara, sono molti gli interrogativi da sciogliere: sarà veramente questa la Roma? Cosa è cambiato dall'”era Luis Enrique”? Ai tifosi spetterà un’altra stagione di sofferenze? La piazza è (giustamente) infuriata. Dopo anni di sofferenze, culminate l’altr’anno con un 7° posto a pari merito con il Parma, i tifosi si aspettavano ben altri risultati. Zeman, arrivato tra l’entusiasmo e i trionfalismi iniziali, si trova nella situazione di dover lavorare tra lo scetticismo e il pessimismo generale. Situazione pesante in casa Roma, che si appresta a sfidare domenica alle 12,30 l’Atalanta, umiliata 5-1 in casa dal Torino nell’ultimo turno di campionato. L’accoglienza non sarà delle migliori: vuoi per l’orario inusuale del pranzo, vuoi per la situazione deficitaria della squadra, non si aspetta il pubblico delle grandi occasioni. Non ci si aspetta nemmeno uno scroscio di applausi. Il pubblico della Roma però ha saputo stupirci negli anni. Dallo storico “che sarà sarà” di quella notte di Coppa delle Coppe del 20 marzo 1985, alla nefasta sera del 7-1 di Manchester, i tifosi, la curva, ha sempre risposto presente, non facendo mai mancare il proprio sostegno.
Questo è lo spirito che deve ritrovare la Roma in campo. Non tanto per la gloria personale, quanto per ricambiare perlomeno l’amore sconfinato che questa gente prova per questa squadra e per questa maglia. Che soffre e gioisce per lei. Già da domenica, ci si aspetta il pronto riscatto. Per la classifica, per il morale, per il popolo giallorosso.