Constanza Macras, una delle più interessanti coreografe contemporanee, presenta al Teatro Eliseo di Roma nell’ambito del Romaeuropa Festival lo spettacolo Here/After, produzione del 2011 che ha ottenuto un buon successo internazionale. Giudicato uno dei migliori esempi di integrazione fra le arti e i linguaggi scenici contemporanei, [Here/After] riprende alcuni elementi linguistici del celebre “Megalopolis”, presentandoli però in una struttura più chiara e comprensibile, tutto sommato più avvicinabile per lo spettatore di quanto non siano i precedenti lavori dell’artista di Buenos Aires, sempre al limite della “follia visiva” e di non facile analisi interpretativa. In Here/After Constanza Macras insieme a 4 performer e un musicista mette in scena l’agorafobia, intesa come un malessere dell’uomo contemporaneo, interpretandola attraverso diversi tableux lo schema clinico del disagio, come l’iperventilazione, gli attacchi di panico, il disorientamento. Può la vita quotidiana in una metropoli impaurire la gente? Può un attacco di panico in un grande centro commerciale essere inteso come una naturale forma di difesa? E perché deve essere trattato in una terapia? «L’agorafobia è una giusta reazione ad un alquanto ingiusto sviluppo della società, dice la Macras, e i gli attori lo dimostrano con stile».
Il lavoro esplora le relazioni tra anonimato e isolamento degli individui nella vita urbana, i vasti pubblici spazi e la patologica manifestazione di timore e inadeguatezza. La scena si svolge in un piccolo appartamento, dove due donne vivono insieme e trovano ogni tipo di scusa per convincersi una con l’altra a non lasciare la casa. A loro si aggiunge un musicista che sogna di diventare una rockstar ma che scopre di temere la folla dei fan, uno straniero che non parla mai e un corriere, unico legame tra l’appartamento e il mondo esterno. In Here/After ritroviamo lo sguardo che privilegia i lati tragicomici della vita e l’umorismo graffiante, dolce-amaro tipici di questa coreografa argentina di formazione cosmopolita, che negli ultimi 15 anni si è rivelata sulla scena internazionale riuscendo a trasformare manie, paure e fobie del nostro tempo in danza e movimento. Nello spettacolo è l’orchestrazione selvaggia del movimento a prendere il controllo – come quasi sempre accade nei suoi migliori lavori. Coreografia, testo, suono e video si fondono in un insieme compatto, segnato da una narrativa irridente e irrazionale. È la contemporaneità che fa da sfondo alla poetica della Macras, che rappresenta nello spazio scenico il caos urbano delle grandi capitali occidentali. Uno spazio mai banale, sempre inaspettato, come del resto inaspettati sono i luoghi abitati dall’uomo nella città. I corpi dei danzatori attori – tre donne e un uomo, e un musicista, tutti della compagnia Constanza Macras | DorkyPark, fondata nel 2003 dalla coreografa e dalla drammaturga Carmen Mehnert -, si muovono contraendosi in gesti innaturali, passando da momenti di semi stasi a intrecci sorprendenti, anche se gli squilibri e gli acuti contrati si fondono in una accattivante e sbalorditiva estetica, che all’armonia predilige l’inaspettato.
Constanza Macras è nata a Buenos Aires dove ha studiato danza, prima di continuare i suoi studi fra Amsterdam e New York. Trasferitasi a Berlino nel 1995, ha fondato due compagnie: la Tamagotchi Y2K (1997) e Constanza Macras | DorkyPark (2003). La compagnia è formata da danzatori, attori, musicisti e performers di età compresa tra i 4 e i 72 anni, in grado di spaziare dal testo alla danza, dalla musica dal vivo al video. Nel 2008 ha ricevuto il Goethe-Institut Award per Hell On Earth e nel 2010 il premio Der Faust per Megalopolis. Ha tenuto workshop e master classes in Giappone, USA, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Svizzera e Germania.