Quasi chiuso il valzer delle panchine della Serie A, e mentre si delineano i primi colpi di mercato, prende forma il nuovo quadro di valori delle squadre italiane, che ci vede in declino se paragonato con le altre grandi d’Europa
di Massimiliano Bianconcini
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Roma, domenica 7 giugno 2009 – Anche quest’anno la stagione sarà dominata da un’unica squadra: l’Inter. Tutte le altre saranno più o meno sullo stesso piano con qualche eccezione naturalmente. Il Campionato vero sarà dal secondo posto in giù con circa dieci squadre a contendersi la colonna di sinistra. Tra le possibili rivelazioni il Bari di Antonio Conte e il Chievo di Di Carlo. Intanto tra allenatori e giocatori si allunga la lista dei partenti. Non solo fuga di cervelli ma anche di talenti sportivi, per una Nazione in declino anche nel calcio.
Juventus
La Juve ha scelto, ma sarebbe meglio dire ha ripiegato su Ciro Ferrara, dopo che i Sensi hanno deciso di trattenere Spalletti. Una scommessa azzardata visto che Ferrara non ha esperienza da allenatore, se non in seconda (vice Lippi in Nazionale) o nella Juve Primavera, dove peraltro non ha ottenuto grandi successi. Le ultime due partite di Campionato le ha vinte, ma più che apportare novità ha sostituito Ranieri, che lo spogliatoio (leggi i senatori) non sopportava più. Il secondo posto della Vecchia Signora è tutto merito di Ranieri, su questo non ci sono dubbi. Se veramente la dirigenza bianconera voleva tentare la strada del Barcellona (a parte che già l’aveva imboccata con Deschamps in B due anni prima), avrebbe dovuto giocare la carta Antonio Conte, reduce da una grande stagione a Bari, azzeccando la promozione in A al secondo anno e senza grandi campioni. Il buon Ciro non se la prenda se crediamo che non andrà lontano.
Milan
Il Milan sceglie Leonardo, trasformato da dirigente sportivo e uomo mercato per il Sudamerica in allenatore. Lavorerà in coppia con Mauro Tassotti, che non segue Carlo Ancellotti a Londra. Una domanda. Sarà più sensibile ai consigli del Presidente Berlusconi, secondo il quale il Milan quest’anno ha perso, perché non ha seguito le sue indicazioni? Intanto il mercato rossonero si fa difficile anche per il passivo da risanare. Kakà è ormai un giocatore del Real Madrid. Pato potrebbe trovare casa a Londra e qualche giocatore interessante, ma sul viale del tramonto, come Ambrosini e Seedorf, potrebbe accasarsi altrove. L’anno passato anche il mercato l’ha fatto il Patron rossonero con i fondamentali innesti di Ronaldinho e Shevchenko. Sarà di nuovo così? Il Milan come la Juve rischia di nuovo di arrivare a 10 punti dall’Inter.
Inter
I nerazzurri perderanno Ibra. Con il ricavato potranno potenziare la squadra per la Champions League. In Italia domineranno il campionato. Non ci sono infatti soldi da spendere e le altre grandi faranno un mercato attento. Moratti si trova già una squadra solida e forte. Se in attacco supera la dipendenza da Ibrahimovic sarà a posto. Milito e Motta intanto sono due acquisti di peso. Una profezia: se Mourinho non arriverà in fondo alla Champions, il che non vuol dire vincerla ma arrivare tra le prime quattro, lascerà l’Italia per un Campionato più competitivo. La Serie A infatti non affascina più e con sempre maggiore difficoltà riusciamo a strappare i campioni alle altre grandi d’Europa. Da noi arrivano i giovanissimi, o i giocatori a fine carriera, o quelli scartati (vedi Sissoko e lo stesso Thiago Motta). Stessa cosa vale per gli allenatori. Mourinho è arrivato perché non aveva ingaggio. Blanc e Benitez il fascino della Vecchia Signora non l’hanno sentito per niente.
Roma
La Roma trattiene Spalletti. Ma quale sarà la Roma della stagione 2009/2010? I Sensi sono sempre più vicini a vendere il gioiello di famiglia o a consentire l’ingresso di nuovo capitale, accettando un ridimensionamento all’interno della società. Dato che l’incertezza economica costringerà ad un mercato sottotono con partenze significative e arrivi non esaltanti per la tifoseria, la scelta di Spalletti è ancora una volta fondamentale. L’allenatore giallorosso è uno dei più bravi a trarre il massimo da giocatori acerbi. Sa valorizzare gli uomini a disposizione, grazie al suo gioco brasiliano dove contano di più gli schemi. Se poi per sorte gli capita in squadra qualche campione allora vola, come hanno dimostrato le ultime stagioni, ma non l’ultimissima. Per questo era di estrema importanza trattenerlo. Luciano Spalletti è l’unica garanzia per un campionato dignitoso, qualunque sia la squadra che avrà in mano a luglio.