Roma, sabato 10 novembre 2012 – E’ soprattutto a partire dagli anni Novanta che Roma Capitale sta concentrando le sue attenzioni su una vasta area che dalla Piramide guarda al mare. Le opere avviate e in attesa di decisioni si moltiplicano. Mentre i vertici politico-amministrativi temporeggiano. Il macro progetto è quello della cosiddetta delocalizzazione urbanistica.“Acqua” il comune denominatore. Ecco qualche esempio. In via Vasca Navale la piscina olimpica per i mondiali di nuoto del 2009. In Via Accademia dei Georgofili la piscina per la pallanuoto ,sempre per il 2009, “benessere” e ristorazione annessi. In via Tito la struttura di forma ellissoide di dimensioni importanti e grandi capacità ricettive. Che si sommano con la riqualificazione di Piazza dei Navigatori, l’Air Terminal di Lafuente e il Cavalcavia Ostiense, il mercato di Testaccio, la Nuvola di Fuksas e l’Acquarium. E ancora la Nuova Fiera di Roma, Ostia secondo polo turistico e molte nuove infrastrutture, sia abitative che di trasporto a 360°. I tempi, gli sforzi e i fondi sono rilevanti. I media ne hanno parlato per mesi.
Insomma quello a cui stiamo assistendo è un vero è proprio “cambio di veste” della città Eterna. Ovviamente il quadrante di sud –ovest è quello più interessato. I progetti però si propagano a macchia d’olio riguardando Roma nella sua totalità. A partire dalle riqualificazioni del patrimonio culturale per arrivare all’idea di Ostia secondo polo turistico. E’ però opportuno fare un breve excursus storico. Infatti il decentramento urbanistico viene da lontano. ”La terza Roma si dilaterà su altri colli lungo le sponde del fiume sacro”, come recita l’iscrizione sul fregio del Salone delle fontane all’Eur, voluta dal Regime negli anni Trenta. Nacque allora l’idea della linea ferroviaria Roma – Ostia, il cui sviluppo realizzativo continua fino al 2006. Nel 1990 il ridisegno del collegamento ferroviario Roma – Fiumicino dà inizio all’impegnativo processo in atto di mettere in pratica il tanto auspicato decentramento urbanistico. Ad oggi, nel 2012, lungo il fiume Tevere, tra Via Ostiense e Via Colombo, non ci sono molti spazi ancora edificabili. Il Porto di Roma e gli opportuni interventi alle infrastrutture esistenti completano il profilo.
di Igor Izerbesi