Roma, mercoledì 14 novembre 2012 – Il 7 e l’8 settembre 2012 è andato in scena all’Arena di Verona, per l’ultima volta, il musical Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante. L’occasione per rilanciare lo spettacolo è stata offerta dal suo decimo anniversario: sono infatti passati dieci anni dalla prima dell’originale francese al forum di Assago del 21 marzo 2001 e nove anni dal debutto della versione italiana del 14 marzo 2002 al Gran Teatro di Roma,costruito per Notre Dame. “ E’ arrivata sul palco la new generation, i nuovo rampolli, che, come immaginavo, sono stati ben scelti. E’ uno spettacolo diverso da quello a cui siamo abituati, ma, senza farsi ottenebrare da pregiudizi, posso dire che è sempre un grande spettacolo”, racconta la giornalista e critica teatrale Silvia Arosio, dopo aver assistito alla prima del tour a Milano. In questo lungo periodo, ha accumulato un numero incredibile di consensi e premi: 842 repliche,2.500.000 spettatori paganti, 35 attori; nel 2002 ha ricevuto cinque premi della V edizione degli IMTA (Italian Musical Theatre Award).
La trama,tratta da uno dei romanzi più famosi di Victor Hugo, pubblicato nel 1831, narra la storia di Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale di Notre Dame e del suo amore impossibile per Esmeralda, la bella gitana. “Quasimodo riflette su quanto il mondo sia fatto male. Ammette che la purezza del suo cuore non corrisponde alla sua terribile immagine, che la natura dona ricchezza e bellezza a chi invece non è bello dentro; mette in dubbio perfino la giustizia di Dio, chiedendosi se sia davvero dalla parte dei buoni che lo pregano, o rimanga immobile, scolpito nell’oro delle Chiesa” afferma in un’intervista l’attore protagonista Angelo Del Vecchio. Il romanzo di Hugo sul quale è stato adattato lo spettacolo è un romanzo storico ottocentesco con l’occhio rivolto ad un periodo storico complesso come il Medioevo. “Questa è una storia che ha per luogo Parigi nell’anno del Signore millequattrocentottantadue”narra Cocciante nella prima canzone del suo musical. Hugo infatti dipinge l’epoca, inserendo ogni elemento caratterizzante: l’antica Parigi con i suoi personaggi e i suoi edifici, con le sue mentalità e le sue cattiverie. L’immagine della chiesa, descritta nelle sue falsità e crudeltà che si incarnano nella figura di Frollo. Oggi non si può parlare di Notre Dame de Paris senza definirlo un trionfo epocale; è uno “spartiacque” tra la concezione tradizionale del teatro e un suo nuovo corso, in cui il pubblico è coinvolto e tutte le forme d’arte coesistono.
Maria Stella Rombolà