Roma, martedì 29 gennaio 2013 – Si colloca nell’ambito della nona edizione di Equilibrio – Festival della nuova danza, rassegna che offre una panoramica sulla danza internazionale, l’evento Fear and Desire, in programma il prossimo 7 febbraio, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Fear and desire, per la prima volta in Italia, è un progetto artistico che combina il teatro alla danza, sua parente prossima. Prende avvio dodici anni fa dopo l’incontro tra l’attrice e regista Gaia Saitta con Julie Anne Stanzak, danzatrice e coreografa, entrambe spinte dal desiderio di esplorare, attraverso il linguaggio del corpo, uno spazio di ricerca comune. Qualche anno più tardi, a Bruxelles, le due donne riuniscono sotto il nome di collettivo IfHuman un gruppo di attori di diversa nazionalità, lingua ed esperienze. Vijaya Bechis Boll, Gaetano Bruno, Thomas Coumans, Cédric Eeckhout, Hervé Guerrisi, Cecilia Ligorio, Paola Michelini, Antonio Puccia e Ana Rodriguez danzano assieme pur non possedendo le basi della disciplina. Soltanto una ballerina professionista, Daisy Ransom Phillips, li accompagna.
È un percorso che affonda le sue radici nella tradizione del Tanz Theater tedesco di Pina Bausch, di cui Julie Anne Stanzak è rappresentante. Il cosiddetto teatrodanza, dando importanza al rapporto tra gesto e azione e tra gesto e parola, produce una forma di fusione dei generi, dal balletto alla pantomima, spesso allegorica. Si tratta di eclettismo allo stato puro, privo di limitazioni espressive nello spazio scenico della performance, purché ad ogni azione corrisponda un significato emotivo preciso.
Gaia Saitta afferma:“La paura e il desiderio. Con queste due parole misuro la distanza tra Me e Me. Tutto quello che vorrei assomiglia a tutto quello per cui mi sento inadeguata, impreparata, perduta. Fear and Desire nasce, se non per colmare questa distanza, per natura incolmabile, almeno per nominarla, affrontarla e, costi quel che costi, sorriderne. In scena un gruppo di attori senza alcuna formazione di danza balla la propria esistenza, il proprio pudore, il proprio tremore. Balla perché gli è indispensabile. Per cogliere la vulnerabilità dell’atto artistico e di chi lo compie. Fear and Desire è alzarsi e concedersi un ballo. Mi è sembrato il modo più autentico di rappresentare la nostra vita, in cui ci troviamo a danzare, ma non conosciamo mai bene i passi”. Non tutti sono ballerini, quindi, ma chiunque può danzare. Un modo per dire che ogni uomo è artefice della propria coreografia sul grande palcoscenico quotidiano.
Maria Teresa Limosa