Roma, mercoledì 30 gennaio 2013 – Anna prima di diventare Karénina. Karénina prima di incontrare Tolstoji. Al Teatro Vascello di Roma il realismo russo è in scena il 5 e il 6 febbraio con un’inedita versione di Anna Karenina, interpretata dalla bravissima Sonia Bergamasco e diretta dal regista Giuseppe Bertolucci. Ideato e scritto da Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco, Anna Karenina – Prove per l’infelicità, non è né un adattamento teatrale né una rilettura del grande capolavoro russo. E’ uno spettacolo nuovo e curioso che esplora come in un viaggio la figura di Anna Karénina primigenia, personaggio alla ricerca del suo autore, cominciando dagli appunti iniziali per poi terminare con la prima pubblicazione dell’opera nel 1877.
Il talento di Sonia Bergamasco e l’acuta complicità di Giuseppe Bertolucci conducono il pubblico nell’esperienza di un mistero creativo. Lo spettacolo vede la Bergamasco muoversi esile e leggera in uno spazio buio con al centro un pianoforte a coda. Tra le note di Tchajkovskij e le parole dello scrittore russo rivive la storia della bellissima Anna Karenina, donna dell’alta nobiltà russa che lascia un uomo di governo rigido e violento per il giovane ufficiale Vronskij. La scelta di lasciare il marito e la figlia che avrà con il giovane nuovo amante la emargineranno ad un punto tale da farle togliere la vita. In scena alle ore 21, lo spettacolo propone in modo originale la brillante critica che Lev Tolstojii mosse contro le famiglie aristocratiche russe della fine dell’ottocento.
“Un pianoforte, un’attrice, le note, le parole di Tolstoj. Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco si sono messi a giocare attorno a questi elementi primari con la leggerezza e l’innocenza (e la sapienza) di due bambini sulla spiaggia e hanno costruito un bellissimo castello di sabbia, fragile e intenso, al quale mi sono avvicinato facendo attenzione a non rovinare quella piccola meraviglia. – spiega in una nota il regista – La marea della messa in scena è salita, le onde hanno coperto tutto, ma miracolosamente il castello è rimasto in piedi: la voce e il corpo di Sonia hanno costruito fondamenta e mura impalpabili e indistruttibili, cementate da un talento raro, verso il quale mi sento di provare prima ancora che ammirazione una sorta di stupore, venato di riconoscenza e di gratitudine, come avviene quando ricevi un dono.”