La cittadina di Sant’Oreste si prepara a celebrare di nuovo l’ultracentenaria festa della Madonna di Maggio. Il consueto appuntamento del paese nell’hinterland di Roma si svolgerà, come tradizione vuole, l’ultima domenica di maggio, e dunque il giorno 26. Gli organizzatori, per non deludere le aspettative da parte dei cittadini e turisti, che ogni anno accorrono in paese per assistere alla manifestazione ed in particolare per ammirare la spettacolare fiaccolata al Soratte e gli emozionanti fuochi artificiali, stanno ultimando il programma dei festeggiamenti che, oltre all’aspetto religioso, offrirà una varietà di eventi per assicurare il divertimento di grandi e piccoli visitatori.
Anche quest’anno il mese di maggio, nella piccola comunità della Flaminia, sarà caratterizzato dal Mese Mariano, che culminerà con la processione per le vie del paese con l’immagine della Madonna di Maggio. Per l’occasione l’altare maggiore della chiesa, la scalinata e le vie del paese sono addobbate e centinaia di fasci di canne, collocate lungo il monte Soratte, saranno accese contemporaneamente, offrendo così uno spettacolo unico ai presenti.
La tradizione, ripercorrendo un po’ la storia, ha inizio nel 1814, con un voto fatto alla Madonna da don Luigi Peligni, arrestato dai francesi per non aver voluto giurare l’adesione al governo napoleonico. Appena tornato in libertà, il sacerdote iniziò subito la sua predicazione nelle parrocchie del territorio, dando origine alla pratica del Mese Mariano. Da allora fu un fiorire di iniziative tendenti ad osannare la Madonna, iniziative che presero sempre maggior vigore.
La festa si riempì di tutto il bagaglio culturale dell’epoca e dei contenuti semplici della civiltà contadina. Non solo, ma l’omaggio alla Madonna fu portato alle pendici del Monte Soratte per affermare ancora la sua sacralità. Fu in quel momento che si volle dedicare a Maria l’inimitabile e meravigliosa fiaccolata. La tradizione continua ancora oggi per incontrare il Monte Soratte, che si infiamma e si illumina dei fuochi artificiali, che rompono l’oscurità della notte.