Nuova prestazione opaca della squadra di Ferrara, dopo la netta sconfitta con il Bordeaux, contro un Cagliari dinamico e tatticamente perfetto. Decidono la partita un bolide di Nenè da fuori nel 1° tempo e un contropiede di Matri nel finale. Negato sull’1-0 un rigore alla Juve. L’Inter nel finale vince contro i Viola e si allontana
di Thomas L. Corona
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Roma, domenica 29 novembre 2009 – Continua la “striscia” negativa dei bianconeri in termini di gioco, interrotta solo dalla goleada contro l’Atalanta, mentre Ferrara dal canto suo incassa la seconda sconfitta consecutiva. Messa a rischio la qualificazione al turno successivo di Champions, visto che dovrà puntare tutto sullo spareggio con il Bayer Monaco, la Vecchia Signora butta via l’ennesima possibilità di rimanere in scia all’Inter, che vincendo con la Fiorentina allunga ancora il passo. Otto punti di distanza sono troppi da recuperare, per questa Juve fragile e priva di gioco, umiliata anche dal bravo Allegri, che sta ripetendo le ottime prestazioni dello scorso anno. A questo punto è di fatto disinnescata la tensione per partita con i nerazzurri, che potrebbe semmai valere per i bianconeri in chiave di riscatto morale e di gioco. Se poi Ferrara perdesse anche quella, si delineerebbe per la Juve una stagione finita già prima di Natale, perché per quanto riguarda l’Europa, dove anche Mourinho stenta a tenere il passo delle migliori, non è il caso di farsi troppe illusioni. A quel punto il cammino della Juve sarebbe segnato, dovendosi accontentare di un piazzamento in Champions. Vista dopo Cagliari non è questa la squadra che può puntare allo scudetto. La scelta di Ferrara alla guida dei bianconeri è uno sbaglio della massima dirigenza juventina, che rischia di bruciare un altro allenatore, dopo aver buttato via le positive esperienze di Deschamps e Ranieri.
La partita
Ferrara lascia in panchina Del Piero e Felipe Melo (c’è Poulsen al suo posto) e ripropone il 4-2-3-1 con Marchisio, al rientro dopo l’intervento al menisco, al posto di Giovinco. Amauri come al solito unica punta. Ma è il Cagliari a prendere subito il sopravvento, mettendo fin dai primi minuti in apprensione la Juventus. Le prime conclusioni sono dei rossoblu con tiri da fuori di Nenè e Conti, bella punizione parata da Buffon. La Juve sempre in affanno a centrocampo, viene pressata da Cossu, Biondini e Conti, a cui si aggiunge il lavoro delle punte cagliaritane, che rientrano e ripartono. La confusione dei bianconeri in mezzo al campo è molta e la squadra di Ferrara cerca di alzare il baricentro solo con lanci lunghi per Amauri. Un gioco troppo scontato che alla fine del primo tempo non avrà prodotto nemmeno un tiro in porta. Non si vedono schemi e sovrapposizioni, quasi nulli i cross dalle fasce e quando arrivano sono spesso mal giocabili dall’unica punta.
Alla molta qualità dei singoli giocatori della Juve, a cui se ne aggiunge sempre di nuova – ad esempio la buona prova di Caceres, uno che aveva iniziato la stagione un po’ in sordina e che partita dopo partita sta crescendo molto – non corrisponde un’altrettanta capacità di manovra. In mezzo al campo si vedono tanti campioni che giocano da soli, si passano la palla per vie orizzontali, non trovano la profondità e spesso cercano la giocata leziosa occasionale, anche perché non hanno reali alternative. Diverso invece il Cagliari che a centrocampo ha sempre tante soluzioni da adottare e quando deve difendersi lo fa con 9 giocatori dietro la linea della palla. La squadra di Allegri è reattiva su tutte le palle, cosa che manca agli juventini, e cerca con insistenza sia il tiro da fuori, che la penetrazione in velocità dalle fasce o per le vie centrali. E spesso la trova complice anche la cattiva giornata di Cannavaro.
Al 30’ Nenè trova il gol con un bolide dai 35 m, che si infila nell’angolino alto alla sinistra di Buffon. La rete però non scuote la Vecchia Signora e nemmeno Ferrara, che ripresenta la stessa squadra all’inizio della ripresa. Senza risultati. La Vecchia Signora aumenta la pressione in attacco ma, come già era successo con il Napoli, apre spazi e profondità per le punte avversarie. Il Cagliari si difende con ordine e resiste agli attacchi juventini, che non producono effetti neanche dopo l’ingresso di Del Piero (dentro per Marchisio) e di Giovinco (per Molinaro). Anzi è sempre il Cagliari a essere pericoloso con rapide e veloci folate offensive, che esaltano da una parte Chiellini, Caceres e Sissoko, e dall’altra mettono in evidenza i limiti difensivi di Poulsen. Per questo appare incomprensibile nel finale, quando la Vecchia Signora era ancora sotto di un gol, il cambio di Sissoko per Tiago voluto da Ferrara. Subito dopo infatti arriverà il gol di Matri del definitivo 2-0.