La strage di Marzabotto viene raccontata dall’intenso sguardo di Martina. Giorgio Diritti ricostruisce fedelmente la quotidianità delle famiglie contadine delle colline bolognesi. Un film in dialetto emiliano, sottotitolato, che ha trionfato al Festival del Cinema di Roma. Nelle sale iitaliane dal 22 gennaio
di Rachele Fortuni
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Roma, domenica 21 marzo 2010 – Attraverso il profondo sguardo di una bambina di otto anni, il film L’uomo che verrà racconta la storia della rappresaglia scatenata dalle SS il 29 settembre del 1944, nel corso della quale vennero trucidate più di 700 persone, passata alla storia come la strage di Marzabotto. Martina, interpretata dall’esordiente Greta Zuccari Montanari, ha smesso di parlare il giorno in cui il fratellino le è morto tra le braccia, e vive nella trepida attesa della nascita del bambino che la sua mamma Lena (Maya Sansa La meglio gioventù e Buongiorno Notte), nuovamente incinta, porta in grembo. Come nel precedente lungometraggio d’esordio Il Vento fa il suo giro, il regista Giorgio Diritti utilizza il dialetto, questa volta quello delle campagne emiliane, per entrare, come egli stesso afferma, nell’anima del luogo. Consegna agli spettatori una ricostruzione fedele della realtà storica, gli attori vengono mescolati ai non attori, per lo più anziani del luogo, alcuni dei quali testimoni del feroce rastrellamento. Sono immagini di eventi, antecedenti la strage, della vita quotidiana delle famiglie contadine che si trovano alle pendici del Monte Sole, tra le colline bolognesi, che cercano di sopravvivere nonostante le difficoltà della guerra, tra le incursioni delle SS e la difesa dei partigiani della Brigata Stella Rossa. Persone umili che pagheranno sulla loro pelle l’assurdità della guerra.
Distribuito da Mikado, il film è nelle sale italiane già dal 22 gennaio. Accolto positivamente dalla critica, ha trionfato alla quarta edizione del Festival del Cinema di Roma vincendo sia il Marc’Aurelio d’Oro del pubblico al miglior film, che il gran premio della giuria Marc’Aurelio d’Argento. Nel cast troviamo anche l’attore di teatro Claudio Casadio , nel ruolo del papà di Martina, e Alba Rohrwacher nel ruolo della zia. La colonna sonora, che include anche dolci e malinconiche nenie contadine e dalla grande forza evocatrice, è stata curata da Marco Biscarini e Daniele Furlati. Giorgio Diritti,anche montatore e sceneggiatore del film (117 minuti), lascia in eredità un forte contributo alla memoria storica. Come dirà uno dei soldati tedeschi “Siamo ciò che ci insegnano ad essere”, per questo è importante la funzione educativa di questo film e ricordare come proprio l’educazione faccia parte dello sviluppo della società, che ha bisogno di mantenere ancora accesa la speranza nell’Uomo che verrà.