Roma, martedì 18 febbraio 2014 – A partire dal prossimo 21 febbraio si apre al Guggenheim una mostra dedicata al Futurismo, The Italian Futurism 1909-1944. Per sette mesi si avrà la possibilità di ammirare pezzi della creatività futurista, dal famoso Manifesto di Marinetti, articolo apparso su Le Figaro, alla Sintesi delle Comunicazioni, alle tempere a encausto delle moglie Benedetta, aeropittrice e allieva di Balla, le quali, di solito sono esposte nelle sale del Palazzo delle Poste di Palermo. New York, la grande metropoli, così, si vestirà di colori, velocità e motori, simboli del modernismo e influenti tracce del periodo artistico.
Una rassegna di 360 opere, più di 80 artisti esposti, molti dei quali non avevano mai abbandonato la loro collocazione originale. Per il Museo della Quinta Strada sarà l’evento dell’anno trattandosi della ricostruzione futurista dell’universo che, abbracciando tutte le arti, coinvolge vita e società dei primi decenni del ‘900. Dalla nascita del movimento futurista, alla pubblicazione del Manifesto, fino al suo tramonto il quale coincide con la fine della seconda guerra mondiale.Il periodo storico abbraccia gli anni che vanno dal 1909 al 1944. Giacomo Balla, Benedetta (Benedetta Cappa Marinetti), Boccioni, Carrà, Enrico Prampolini, Ferdinando Depero. Poeti e scrittori come Francesco Cangiullo e Rosa Rosà, l’architettura di Antonio Sant’Elia, la musica di Luigi Russo, le ceramiche di Tullio d’Albisola. Un insieme di notorietà tra artisti meno conosciuti. Le loro creazioni saranno installate sulla rampa del Guggenheim in ordine cronologico dal basso verso l’alto. La conclusione sarà la Sintesi delle Comunicazioni (1933-34), per la prima volta fuori dall’originale ubicazione.
La curatrice del museo Vivien Greene, ha guidato l’ANSA in anteprima all’interno del vasto spazio chiarendo che “Abbiamo trasformato il Guggenheim in un’opera d’arte totale: non solo quadri ma anche ceramica, letteratura, poster, arazzi, cucina, musica, serate, giocattoli”. Vivien Green studia da anni le avanguardie artistiche europee tanto che tempo fa presentò sempre nello stesso museo Materia di Umberto Boccioni. Scultura, dipinti, architettura, teatro, poesia, arte tipografica, editoria, arredamento, moda, fotografia, costumi di scena, moda, serate, cucina e giocattoli, saranno testimonianze artistiche, espressione e visioni personali di tutti i protagonisti esposti. In realtà al MoMA di NY, già da anni, ci sono i quadri ed altre opere di Boccioni, come per esempio La citta’ che sale e Forme uniche della continuità nello spazio. Come dire che il Futurismo sia già stato scoperto in anticipo rispetto ai tempi attuali.
«La mostra comprende ceramiche, fotografia, design, mobili, architettura, film teatro, performance e un accenno importante alle serate. Perché sono queste cose che rendono il Futurismo un’avanguardia veramente diversa rispetto ad altre avanguardie storiche», ciò che esprime la curatrice Greene. Dal 22 febbraio al 28 giugno presso il Center for Italian Modern Art (CIMA) a Soho, in contemporanea all’esibizione del Guggenheim, si inaugurerà una mostra dedicata a Fortunato Depero. Vissuto a NY dal ’28, fu artista, designer e pubblicitario, uno dei più creativi esponenti del movimento di avanguardia caratterizzato dalla velocità e che ha segnato la vita culturale della Grande Mela. Oltre 50 opere, dalle sperimentazioni del ’13 ai lavori creati negli anni ’30, provengono dalla raccolta fondatrice del Centro e 11 pezzi prestati al Guggenheim. Laura Mattioli, curatrice, storica dell’arte e collezionista, è convinta che sia un passo importante per la conoscenza degli artisti italiani del XX secolo nel mondo.
Annalisa Civitelli