I Fratelli Vanzina, figli del grande Steno, provano a descrivere l’Italia attuale, ma la commedia appare piatta e scontata. Nel film Enrico Brignano, Vincenzo Salemme, Gigi Proietti e Nancy Brilli. Un cast di grandi comici che però non fanno ridere  

di Daniel Moretti
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Roma, giovedì 22 aprile 2010 – Come dichiarato dalla coppia di registi Enrico e Carlo Vanzina, è evidente, nel nuovo film, il tentativo di prendere le distanze dai loro ultimi lavori (i cosiddetti cine-cocomeri) e di muoversi verso la tradizionale commedia all’italiana. Non c’è dubbio, infatti, che i figli di Steno abbiano voluto puntare in alto, considerando che lo spunto di partenza è la pellicola premio Oscar Le vite degli altri. Peccato che i risultati siano all’opposto delle intenzioni.

Il cast
Il film vede protagonisti diversi personaggi le cui vicende si intrecciano. Si comincia da Cesare (Enrico Brignano), un poliziotto che si occupa d’intercettazioni. Antonio (Vincenzo Salemme): presidente di un importante gruppo bancario, al quale i politici chiedono con insistenza fondi neri per finanziare i loro “impicci”. Claudio (Gigi Proietti), un chirurgo sposato con Elena (Nancy Brilli). Vanessa, la figlia di Antonio. Marco, un giovane elettricista. Laura, una massaggiatrice che si è innamorata di Cesare senza sapere che fa il poliziotto. Tanti protagonisti e tante storie che iniziano tutte male, fra tradimenti, scoperte sconcertanti e una serie di altre catastrofi, che si concluderanno con un “multi happy end” più che scontato.

La trama
Si tratta di una commedia corale sul presente drammatico dell’Italia, quello delle intercettazioni telefoniche che hanno monopolizzato le prime pagine dei giornali negli ultimi mesi, quella dei falsi perbenismi, dello scambio di favori tramite traffici di mazzette e di escort, della corruzione morale di politica e finanza, quella – in scala minore – del ricorso alla chirurgia plastica, della malasanità, degli “aiutino” e delle raccomandazioni. Nonostante i buoni propositi però, la sceneggiatura non riesce ad andare oltre le chiacchiere da bar. Tv, “sciacquette” da piazzare qua e là come infermiere o vallette, calcio e I Cesaroni: questi sono i punti salienti dei dialoghi che i personaggi riescono ad instaurare tra loro. Gli sketch e le situazioni esilaranti sono ripescate da un repertorio già visto. Gag comiche ridotte all’osso e difficili da sopportare, luoghi comuni, situazioni prevedibili e niente che possa far pensare ad un film per cui valga la pena spendere soldi.
La vita è una cosa meravigliosa sembra quasi sforzarsi di non far ridere, impegnato come è a mostrare una critica sociale in cui i protagonisti hanno una doppia morale e fanno di tutto per raggiungere i loro scopi. Certamente non tutti vanno al cinema per godere di capolavori ma, concedetecelo, questo film raschia davvero il fondo del barile e manda allo sbaraglio ottimi attori che si prestano al gioco dei Vanzina, consapevoli che le questioni legate all’Italia dei furbetti sono potenzialmente forti al botteghino.

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