Roma, mercoledì 17 settembre 2014 – Anche in Champions la Juventus inizia bene e trova i 3 punti nella gara contro il Malmoe allo Juventus Stadium. Rispetto agli esordi della gestione Conte, due pareggi contro i modesti danesi del Copenaghen, Allegri è più fortunato o più abile nel motivare e nello schierare gli undici in campo. Così contro campioni di Svezia, che comunque avevano disputato delle buone partite nei preliminari, arriva una vittoria convincente. Condita sempre da quelle imperfezioni e sbavature che si sono già registrate nelle due gare di inizio campionato. Le reti le firma l’uomo simbolo di questa Juve: Carlitos Tevez, che sblocca il risultato al 59’ del secondo tempo, dopo una bella triangolazione con Asamoah (il migliore in campo), e raddoppia all’89’ con una perfetta punizione dal limite. Fin dall’inizio la Juventus è entrata in campo decisa e determinata. Al contrario di quanto avvenuto nei precedenti inizi di Champions, la squadra non era impaurita dalla competizione internazionale. La concentrazione è stata tale che, pur giocando sempre in attacco, ha lasciato pochi spazi alle ripartenze avversarie. L’unico vero pericolo per Buffon è venuto su un veloce capovolgimento di fronte quasi al termine della prima frazione di gioco, che l’estremo difensore bianconero ha saputo sventare di piede con grande abilità, dimostrando di essere ancora il numero uno. Per il resto pericoli non ne ha corsi.
Le pecche che si possono individuare in una gara che per la Juventus è stata più che positiva sono le solite di sempre. La mancanza di un dribblomane convinto capace di saltare l’uomo sulle fasce e la poca precisione sotto porta. Per quanto ha creato la Juventus ha raccolto poco. Molte azioni pericolose sono state sprecate per mancanza di lucidità davanti al portiere. Questo ha fatto si che la Signora chiudesse il primo tempo sullo 0-0, nonostante avesse schiacciato nella propria metà campo gli avversari. Di contro va dato merito ad Allegri di non aver mutato modulo di gioco, facendo ruotare gli elementi per coprire le assenze pesanti di questi giorni (Pirlo e Vidal). Di aver preparato bene questa gara di Champions, come le precedenti di Campionato. E di aver smorzato le ansie ai giocatori. Anche la forma fisica sembra essere buona. Lo 0-0 del primo tempo è merito anche degli avversari che hanno corso come matti per difendere con i denti il risultato. Nel secondo tempo però sono crollati, mentre i bianconeri hanno continuato a tenere lo stesso passo senza calare. Il solito Lichtsteiner è stato un motorino inesauribile. Peccato solo per la sua poca dimestichezza con il dribbling e la mancanza di freddezza sotto porta. Ma il suo contributo è stato determinante. Come quello di Llorente e di Caceres, la vera grande e piacevole scoperta di questo inizio di Campionato.
Nel finale sono entrati Morata, Giovinco e Romulo. Lo spagnolo ha dato subito un saggio delle sue doti, scappando a due avversari e costringendo il difensore centrale ad atterrarlo bruscamente prima di entrare in area. Dalla punizione è arrivato il gol di Tevez (3 reti in due partite). Il brasiliano naturalizzato ha fatto subito vedere che forse sulla fascia destra ci può essere spazio anche per lui e per i suoi dribbling, quando Lichtsteiner dovrà tirare il fiato. La formica atomica ha potuto fare poco. Ma per tutti ci sarà spazio nei prossimi giorni. Certo il Malmoe, giudicando a fine gara, è stato un avversario forse troppo poco probante, il girone di Champions però non è scontato. Lo dimostra la sconfitta rimediata dai vice campioni d’Europa dell’Atletico Madrid in casa dell’Olimpiakos (3-2). La prossima gara contro il Milan di Inzaghi a San Siro sarà il primo vero banco di prova della stagione. Lì si vedrà se la Vecchia Signora saprà reggere l’urto dei rapidi contropiedi milanisti, saprà essere più concreta e incisiva sotto porta e saprà anche dosare le forze nel corso dei 90 minuti.