Roma, 7 ottobre 2014 – “Che cosa è esattamente la realtà? È qualcosa di oggettivo o è fondamentalmente un costrutto della nostra mente? Possiamo dire di condividere la stessa realtà di cui abbiamo però una visione soggettivamente differente, motivo per cui si può dire che i mondi esistenti sono prossimi all’infinito“. Maurits Cornelis Escher
Inaugurata lo scorso 20 settembre la tanta attesa mostra evento del 2014 dedicata al mago dell’illusione grafica Mautis Cornelis Escher. In cartellone fino a 21 febbraio 2015, la mostra racchiude tra i più noti capolavori dell’incisore e grafico olandese, al Chiostro del Bramante si potranno ammirare oltre 150 opere tra cui i suoi capolavori più noti quali “Mano con sfera riflettente” (M.C. Escher Foundation), “Giorno e notte” (Collezione Giudiceandrea), “Altro mondo II” (Collezione Giudiceandrea) e “Casa di scale” (relatività) (Collezione Giudiceandrea), raccolti per l’occasione in un’unica esibizione. “Sono andato nei boschi di Baarn, ho attraversato un ponticello e davanti a me avevo questa scena. Dovevo assolutamente ricavarne un quadro!” Con queste parole, Maurits Cornelis Escher introduce alla litografia dal titolo “Tre mondi”, dove superficie, profondità e riflesso sono poste su un unico piano quello dell’acqua, che accavalla mondi reali e mondi riflessi fra sogno e geometria, invenzione e percezione visiva, fantasia e rigore. Quella di Escher (1898-1972), è una grande mostra antologica curata da Marco Bessagli, che ne contestualizza il linguaggio artistico raccontando l’annodarsi di universi culturali in apparenza inconciliabili e che invece si snodano in un’unica ed armonica composizione creativa. Un’occasione per sottolineare l’attitudine di un artista più intellettuale che grafico, che osserva la natura in un modo così inusuale da far emergere la filigrana di una regolarità geometrica che sfocia nella magia e nel gioco. Accompagnato da un profondo amore per il paesaggio italiano, dalla campagna senese al mare di Tropea, dai declivi scoscesi di Castrovalva ai monti antropomorfi di Pentadattilo, i suoi disegni sono l’espressione dell’irregolarità dello spazio, della profondità storica delle città e dei borghi. La dimestichezza con questi luoghi così diversi dalla dolce pianura olandese hanno posto le radici per un percorso artistico che trova luogo tra gli spiazzi sconfinati della geometria e della cristallografia. Terra fertile per giochi intellettuali dove la fantasia regna sovrana.
Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà nel suo reticolo geometrico, che sa andare dietro le cose trasformandole in premesse compositive che costruiscono ciò più tardi prendà il nome di «immagini interiori». Dopo l’Italia Escher raggiunge Cordova e l’Alhambra. La decorazione dei monumenti moreschi danno il via nel 1936 a quel gioco di tassellature che esploderà nella cultura art-nouveau della sua formazione artistica. La mostra organizzata per l’occasione al Chiostro del Bramante a Roma vuole seguire lo sguardo di Escher e l’osservazione diretta e puntuale che la natura e il fascino del paesaggio italiano hanno esercitato nelle sue opere. Un evento dedicato ad grande intellettuale, un’illusionista insuperato, mago nella suggestione del disegno che racconta attraverso le sue opere come la compenetrazione di mondi simultanei possa diventare un passaggio tra oggetti tridimensionali e bidimensionali. Le ricerche della Gestalt (la corrente sulla psicologia della forma incentrata sui temi della percezione), le implicazioni matematiche e geometriche della sua arte unite alla percezione visiva e all’eco della sua opera nella società del tempo. Nel percorso esposte anche le opere comparative di Marcel Duchamp, Giorgio de Chirico, Giacomo Balla e Luca Maria Patella. Un evento prodotto da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con la Fondazione Escher ed i prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea sotto il patrocinio di Roma Capitale.