Il mondo oggi sta diventando un food blog enorme. Tutti prima o poi si affacciano ai fornelli sfidandoli con le proprie capacità. Spesso vincono loro, i fornelli. Fatto sta che appassionati e critici di food sono oggi più di quanti ne immaginiamo. Spesse volte si tratta solo di amanti pasticcioni che sperimentano ricette e idee da condividere poi sul foodblog di turno. Noi oggi abbiamo la possibilità di parlare di cibo buono. Di professionalità. Di passione e bravura. Di artigianato culinario. Oggi abbiamo incontrato lo chef Sergio Maria Teutonico, star nei programmi tv e radiofonici. Non potevamo mancare di fargli qualche domandina.

Qual è la vera prova di uno chef?

Svegliarsi ogni giorno, organizzare il proprio lavoro, essere un buon capo. La posizione di uno chef è difficile, bisogna essere mediatori e al tempo stesso genitori in un ambiente ad alta tensione dove tutti sono carichi come molle e dove il tuo pensiero gastronomico deve coinvolgere e appassionare prima chi collabora con te poi i clienti che servi.

Cosa avrebbe fatto se oggi non fosse uno chef?

Il panettiere, ho una passione profonda e sincera per tutto quello che è legato al mondo della panificazione. Nelle mie normali attività non mancano mai aspetti legati a questo ambito. Se proprio dovessi indicare un lavoro lontano dal mondo del cibo allora direi il falegname o l’artigiano costruttore. La manualità unita all’ingegno del proprio sapere è il fondamento della mia vita.

Ci racconterebbe un aneddoto dietro i fornelli di Alice cucina?

Ricordo con affetto ogni puntata di Colto e mangiato, le risate, la grande professionalità e la pazienza di tutti, soprattutto di Barbara Giovanetti che con me a lavorato ed è stata autrice del mio programma. Estrapolare un singolo aneddoto è difficile… ricordo la volta in cui volevo lavarmi le mani e qualcuno aveva dimenticato di dare acqua al rubinetto, non disinvoltura mi sono lavato le mani per finta, ma dietro le macchine da presa erano piegati dal ridere. In video non si è accorto nessuno della mia svista. Sono un mimo nato!

Cosa ama cucinare per gli amici?

Tutto, cucinare è un modo di comunicare. Quando invito gli amici a cena di solito cuciniamo insieme, questo mette tutti a proprio agio. Mi piace scoprire quali sono i piatti preferiti dei miei ospiti per poterli poi preparare quando sono con me.

E per lei?

Cose semplici, piatti del ricordo li chiamo. Tutte quelle cose che mia madre metteva a tavola, un modo di coccolarmi e di tuffarmi nel bellissimo mare dei ricordi.

Esiste un piatto in cui si identifica?

Onestamente no, mi sento affine alle preparazioni che richiedono tecnica e valorizzazione di ingredienti freschi e che rispettino la stagionalità.

E uno in cui identificare la “politica” italiana?

Il cibo è una cosa seria, ho detto tutto.

La cucina oggi è una moda. Ci sa spiegare il perché?

Perchè secondo me è accessibile a tutti, ogni persona può eseguire preparazioni perfette e tutti hanno una cultura “genetica” legata al cibo. Quindi è facile, apparentemente, fare il mio mestiere o almeno tentare di farlo. Da qui la tendenza dilagante sui social e nella vita reale di cuochi veri e improvvisati.

Tra Report ed Ebola viviamo in ansia. Ci può parlare molto brevemente di farina, pardon, farine? E il Kamut? È un mito da sfatare?

L’ansia è la madre del non sapere. Si devono prendere ad esempio trasmissioni importanti come Report ma non ci si può limitare all’ascolto passivo. Bisogna approfondire e non generalizzare. Sono una persona umile che ama faticare, detesto i luoghi comuni e le approssimazioni. Ognuno tragga il suo pensiero e si affidi a professionisti seri. Circa il Kamut… est pluribus unum, ovvero, è la punta di un monte di parole e di prodotti di cui ci si riempie la bocca molto spesso solo per sentito dire.

Ce lo direbbe un ingrediente segreto a cui è particolarmente legato?

L’olio extravergine di oliva.

E una ricettina facile ?

Andate sul mio sito www.cibovino.com avrete l’imbarazzo della scelta.

C’è un piatto dell’antichità che le piacerebbe riproporre?

In particolare no, ma è un esercizio consueto che pratico, citando Bertoli un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro! Il lavoro del cuoco è legato alla riscoperta e alla rielaborazione. È difficile inventare… anzi impossibile al100%

Lei è vino o birra?

Entrambi, anche se bevo sporadicamente. Essendo un degustatore addestrato in entrambe le bevande scatta in me ogni volta la sindrome del “rompino trova difetti” quindi difficilmente bevo in pubblico. A casa me la godo, scelgo il meglio e lo condivido con le persone che amo.

Le spezie ci portano in posti lontani. L’orto ci fa sentire a casa. Tra i due, quale preferisce, orto o spezie?

Orto tutta la vita, ne ho uno e lo gestisco con amore. Le spezie si ma nella giusta misura, troppo spesso vedo persone che mischiano e pastrocchiano solo perché fa moda.

Sergio Maria Teutonico. Chef e? quali sono le sue passioni oltre ai fornelli?

Sono un motociclista integrale, macino migliaia di chilometri l’anno, amo scrivere, a breve oltre i libri di cucina arriverà un romanzo e sono un ballerino di Tango da diversi anni. Su tutto però vince la passione per approfondire i perché del mondo intorno a me e ogni volta cercare di non fermarmi alle apparenze.

Grazie Chef e in gamba anzi, in moto!

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