Roma, lunedì 10 novembre 2014 – La Juventus non lascia scampo al Parma. La gara di domenica pomeriggio allo Stadium di Torino finisce 7-0 per i padroni di casa. A segno vanno Llorente, Tevez e Morata con una doppietta a testa e Lichtsteiner, che firma anche due assist. Il tema vero della partita è non tanto la goleada della squadra di Allegri contro l’ultima in classifica. Tra le due formazioni dopo 11 partite ci sono 22 punti di differenza e ci possono essere anche i 7 gol di scarto. Piuttosto il vero tema è che la Juventus di Allegri finalmente ha cambiato pelle, ma sembra che il nuovo ordine tattico gli calzi a pennello. A riposo Pirlo e Asamoah per precauzione, non potendo schierare Vidal per la squalifica di un turno, rimediata a Empoli, Allegri ha presentato una difesa a quattro con Bonucci e Chiellini centrali e sulle fasce Lichtsteiner e Padoin. In mezzo Pogba, Marchisio e Romulo, supportati da Pereyra. Punte titolari Tevez e Llorente. Chi si aspettava di ritrovare il tandem Morata-Giovinco è rimasto deluso. Un modulo dunque 4-3-1-2 con il rombo a centrocampo e con tante nuove e diverse possibilità di manovrare la palla, senza dimenticare la possibilità di fare aperture e lanci e con il solito Lichtsteiner (ma anche Padoin non si è sottratto, ed è stata la novità più piacevole) che non riusciva a fare solo il difensore basso, attaccando spesso e volentieri la fascia di competenza come se stesse giocando nel 3-5-2. La Juventus di Allegri incomincia a prendere forma. Il tecnico con intelligenza ha prima introdotto nel modulo di Conte dei correttivi, giocando palla a terra e con maggiori movimenti del comparto mediano, per creare vivacità e uno scorrimento fluido del gioco. Lo ha fatto conservando il vecchio sistema, in modo che i suoi uomini assimilassero piano piano quanto gli chiedeva. E poi ha cambiato il modulo e tutto sembra essere andato come per incanto al suo posto. Il modulo ha retto bene l’urto contro l’Olympiakos, in una partita che andava vinta a tutti costi, contro una squadra forte fisicamente e tecnicamente (certo non una di primissima fascia e che sulla carta avrebbe dovuto creare i problemi che ha creato alla Juve), è andato ancora meglio contro il Parma. Adesso bisogna testarlo contro formazioni più ostiche. Al rientro dalla pausa della Nazionale ci sarà la prova a Roma contro la Lazio, che potrà dare segnali importanti e poi le due partite di Champions contro Malmoe e Atletico Madrid. Gli esami non finiscono mai, ma finora Allegri e i suoi giocatori hanno dimostrato di essere dei campioni, anche in umiltà e di saperli superare.

Della partita di ieri contro il Parma quasi non conta parlare. Il passivo è troppo ampio e alla squadra di Donadoni, ultima in classifica, con la peggiore difesa del Campionato, con tanti infortunati e con problemi societari importanti, non si poteva chiedere di fare l’impresa contro la Vecchia Signora allo Stadium. Si può parlare dei singoli, sempre tenendo conto che la prova di ieri vale quello che vale, dato lo spessore quasi inconsistenze del Parma. Bene sono andati Tevez e Llorente. Chi pensava che il navarro fosse in una fase involutiva si sbagliava di molto. Il suo gol con il quale ha sbloccato la partita è stato un tocco preciso e chirurgico. Così come il suo secondo gol. Morata entrato a pochi minuti dalla fine della partita ha potuto godere di due assist fantastici. Uno del giovane Coman e l’altro ancora di Lichsteiner. Tevez ha fatto un gol incredibile, scappando palla al piede per 60 metri, superando due giocatori e freddando il portiere incolpevole con grande lucidità. Ma benissimo sono andati Marchisio e Padoin. Quest’ultimo da riserva imperitura è stato promosso ieri a titolare e ha ripagato il tecnico con una splendida prestazione. L’intuizione che su di lui ebbe Antonio Conte è stata ancora una volta confermata. Padoin come Pepe è un giocatore universale e indispensabile. Bene sono andati anche Romulo e Pereyra. Con loro la Juve potrebbe avere quei giocatori capaci di dribblare e saltare il diretto avversario, creando scompiglio e alterando gli equilibri difensivi. Ma altra grande rivelazione si è dimostrato il giovanissimo Coman. Entrato a mezzora dalla fine, si è esaltato, ha dribblato, a creato un assist vincente per Morata, ha supportato i compagni e ha messo in mostra le sue grandi doti tecniche e la sua velocità. Tutto questo lo ha fatto mostrando carattere e concretezza e poco timore. È un grande acquisto e potrebbe diventare un campione come Pogba. Per il momento gioca poco, ma ha 18 anni e compagni di reparto molto forti davanti.

Solo Giovinco non ha dato il suo contributo nella gara di ieri, e questo un po’ dispiace. La formica atomica si meriterebbe un posto da titolare in questa squadra. Quando è stato chiamato ha sempre risposto molto bene. È chiuso da grandi campioni e da campioncini emergenti. Lo stesso Morata sta crescendo sempre di più e la convocazione in Nazionale è per lui e per la Juventus un premio all’impegno e alla dedizione e anche alla capacità dei dirigenti di scegliere ottimi elementi. Per questo, va dato atto che la società, spendendo bene, senza buttare via soldi, ha saputo reagire all’improvvisa partenza di Conte. Dopo 11 gare è prima con tre punti di vantaggio sulla diretta inseguitrice ed è in corsa per il passaggio del turno in Champions League. Tutto può ancora precipitare, ma certo è che Allegri è un ottimo allenatore e che le critiche che gli erano piovute addosso erano immeritate, quasi fosse stata colpa sua aver rilevato il posto di Conte.

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