Roma, lunedì 12 gennaio 2015 – Renzi cala a picco nei sondaggi. Dopo il Jobs Act e l’affaire della delega fiscale con la famosa “manina” che ha cercato di dare un colpo di spugna alla sentenza di Berlusconi di fatto sanando la frode fiscale entro il 3% dell’imponibile Iva, il gradimento del Presidente del Consiglio dei Ministri è sceso al di sotto di quello tributato a Napolitano. Il ché è tutto dire visto che Napolitano non risulta ormai essere il più apprezzato tra gli uomini politici. È solo il più apprezzato uomo politico in Italia con una percentuale ben al di sotto del 50%. Renzi è ancora più sotto (sondaggio più sondaggio meno). È chiaro ormai che è finita la luna di nozze con gli italiani. È chiaro anche che Renzi è il garante degli equilibri politici che vedono un attore importante in Berlusconi, ossia colui che più di tutti ha affossato l’Italia e l’ha spartita tra le lobby, danneggiando i cittadini. Cittadini e non lavoratori, perché da questo processo ventennale, iniziato senz’altro molto prima di Berlusconi, iniziato dalla Dc, ne escono con le ossa rotte tutti i cittadini. Siano essi di sinistra, di destra o di centro. Ne escono con le ossa rotte i giovani che vedono un paese arretrato come non mai rispetto a quelli in cui vivono i loro coetanei in Europa. Ne escono con le ossa rotte gli anziani, privi di tutele e ammortizzatori sociali. Ne escono con le ossa rotte anche gli industriali italiani, piccoli o grandi che siano, che non possono competere con i colleghi europei, e certo non possono competere con le tante aziende criminali, siano esse mafiose o meno. Chi vuole salvarsi deve scappare dall’Italia. Lo fanno i giovani, lo fanno anche gli industriali (il caso più eclatante è la Fiat).
Ma tornando a Renzi, a questo punto si è alla fine smascherato. Con l’intervento sbagliatissimo sulla delega fiscale, ha dato prova di essere quello che si è sempre pensato e sospettato. Un uomo di centro destra. La golden share del Pd di Renzi (e anche della Presidenza della Repubblica) è di Berlusconi, che non per niente ha dato un forte aiuto a Renzi, mandando a votare i suoi per il Pd alle elezioni europee, facendogli ottenere un ottimo 40%. L’errore iniziale è stato di Grillo, questo si sa, è chiaro e va detto, che ha spianato la strada a Renzi-Berlusconi, rimettendo in corsa l’ex Cavaliere, con la sua mancata volontà di appoggiare un Governo a guida Bersani. Ma la macchina probabilmente era in moto da tempo, forse fin dal tempo delle primarie di Firenze, dove Renzi sbaragliò la vecchia guardia pd, o comunque dalla visita che l’allora Sindaco di Firenze fece ad Arcore per parlare con il Premier del capoluogo toscano – disse Renzi -. Forse è da lì che vanno datati i prodromi del Patto del Nazareno, che sembra tenere nonostante la maschera sia calata e anche il sostegno della Maggioranza degli italiani. E questo appoggio – sicuramente portato del patto del Nazareno – lo si sta verificando ad ogni elezione che arriva, dove alle primarie del Pd i renziani sbaragliano gli avversari interni grazie ai voti dei “berluscones” e dei “centristi”, facendo fuori così quel che rimane di una sinistra che ha sbagliato tanto, troppo, e che spesso ha provato a convivere con il Caimano (qui sta l’errore maggiore tra i tanti commessi), ma che dal Caimano alla fine è stata annientata. Il caso ligure parla chiaro. La renziana Paita ha vinto le Primarie del pd per concorrere a Governatore della Regione con i voti dichiarati degli scajoliani e facendo fuori un personaggio di peso e senz’ombra di dubbio un politico sano e potabile come Cofferati. Non è accaduto in Emilia Romagna solo perché ad un certo punto la Magistratura ha fatto piazza pulita dei principali contendenti, facendo saltare il banco anche e soprattutto tra le file dei renziani. Ma per il resto pare che ormai la pratica sia ben avviata. Il Patto del Nazareno è un abbraccio mortale con il Cavaliere, che ne sa una più del diavolo, e intanto l’Italia e i suoi cittadini continuano a vivere in una stagione stagnante sotto tutti gli aspetti, ma soprattutto sotto quello morale.