Roma, lunedì 16 febbraio 2015 – La Juventus si imborghesisce e pareggia a Cesena. Finisce 2-2 con entrambe le squadre che passano in vantaggio e poi si fanno rimontare. Le danze le apre il Cesena, che nel primo quarto d’ora spreca almeno tre palle gol, regalate incautamente dalla difesa bianconera, ma riesce lo stesso ad andare in vantaggio con Djuric al 17’. Ci vogliono dieci minuti ai ragazzi di Allegri, inseguiti dagli urli del tecnico, a realizzare che gli avversari fanno sul serio, che non sono intimoriti dal blasone che hanno davanti e che venderanno cara la pelle per restare in Serie A. Arriva così al 27’ la rete di Morata, che fa nell’occasione il Tevez e il Llorente dei giorni migliori, infilando di testa una bella imbeccata di Pogba. Solo 6 minuti più tardi lo stesso Morata serve, un po’ accidentalmente, l’assist a Marchisio per il raddoppio bianconero e il ribaltone del risultato. A quel punto il Cesena sembra franare e la Juventus crescere di agonismo. Cosa che le era mancata in avvio di gara. Ma è solo un’impressione, perché è la squadra di Di Carlo a produrre – dopo un comprensibile iniziale sbandamento – gioco e a cercare di contrastare bene le ripartenze avversarie, marcando a uomo fin davanti l’area di porta bianconera. Di fatto questo è forse l’unico modo per mettere pressione e in difficoltà la prima della classe. Nella ripresa lo spartito non cambia e sul campo si vede una Juventus poco cinica e determinata e un Cesena che ha voglia di inseguire il pareggio, provandoci in più di un’occasione. I bianconeri non giocano per vincere ma per controllare la gara e, come spesso avviene in casi come questo, arriva il pareggio dei padroni di casa con Brienza, che raccoglie una sponda di testa del solito Djuric e di sinistro buca Buffon. È il 2-2 che resisterà invariato fino alla fine, anche se la Juve continuerà ad insistere e troverà un rigore con Llorente, che si vede stoppare con il braccio una bella rovesciata in area a pochi metri dal portiere Leali. Rigore sacrosanto. Tira Vidal e la palla scivola a lato fuori dallo specchio di porta a portiere battuto.
La squadra di Allegri vista ieri sera è un lontano miraggio di quella apprezzata nella gara di andata, dove fece una partita perfetta e vinse 4-0 contro gli emiliani. Il primo quarto d’ora è stato tutto dei padroni di casa, che in più di un’occasione sono andati vicini al gol e anzi hanno sprecato con Defrel. La Juventus vista ieri sera era una squadra molle nelle gambe, incapace di contrastare gli emiliani e forse con la testa già alla prossima gara di Champions League. Probabilmente ci saranno stati anche dei carichi di lavoro particolari per preparare la seconda parte della stagione e provare ad andare avanti in Europa. Eppure la vittoria di ieri sarebbe stata determinante per lo Scudetto. Arrivare alla gara contro la Roma con 9 punti di vantaggio poteva essere un modo per sterilizzare lo scontro e assicurarsi una certa tranquillità. C’è da dire che la rilassatezza con la quale i bianconeri sono entrati in campo è anche figlia del cattivo momento della Roma. L’anno scorso a fine Campionato, dopo aver ottenuto il record di punti in Italia nei gironi a 20 squadre, Antonio Conte ringraziò pubblicamente Garcia e i giallorossi. La loro spinta agonistica, placatasi stranamente solo in occasione dello scontro diretto all’Olimpico con la Juve, aveva permesso alla Vecchia Signora di spingere sull’acceleratore e di volare fino a toccare il record (complice anche la prematura uscita di scena dalla Champions League). In questo periodo invece, a 15 gare dal termine e con ancora 45 punti a disposizxoine, sembra che i giochi scudetto siano già finiti. Questo toglie all’ansia e concentrazione agli uomini di mister Allegri, che pur sgolandosi e cercando di imitare Conte, non riesce però ad infondere rabbia nelle giocate bianconere. Il pareggio di Cesena è dunque figlio di questo momento di confusione in casa giallorossa, che non ha ancora capito cosa vuole fare da grande. Strano davvero.