Roma, lunedì 19 ottobre 2015 – Passi avanti non se ne vedono. La Juventus di Allegri, che da settimane va predicando che ci vuole pazienza e che la squadra piano piano si riprenderà il posto che le spetta, continua a farsi attendere. Il pareggio nel Derby d’Italia per 0-0 non aiuta ad avvicinarsi ai primi della classe. Anzi fa scivolare i bianconeri dalla 12° alla 14° posizione in classifica, mentre Roma e Napoli allungano ancora e l’Inter rimane a +8. Uniche note positive la Juventus rosicchia un punto alla Fiorentina, prima della classe e non perde la prima trasferta contro una “grande” – dopo le batoste rimediate contro Roma e Napoli -, ma rimane in una zona grigia. La gara di ieri era da vincere o da pareggiare con una prestazione convincente. La Juventus ha mancato entrambi gli obiettivi. È apparsa ancora troppo fragile e con una scarsa attitudine ad essere la squadra dello scorso anno per grinta e temperamento. Il rientro di Marchisio non ha offerto miglioramenti nel gioco e forse bisognava prevedere per il centrocampista un rientro più soft. Il problema di quest’anno è di non avere ancora trovato una formazione tipo su cui contare domenica dopo domenica. Infortuni, nazionali, ritardi nella preparazione sono tutte scuse più o meno plausibili, ma che le altre formazioni hanno superato bene. Basti pensare a due squadre completamente rinnovate come Fiorentina e Napoli, con due allenatori alle “prime armi” come Paulo Sousa e Sarri. Entrambe hanno superato il periodo di rodaggio e si presentano adesso con gioco e con un’identità che la Vecchia Signora ancora non ha trovato. La stessa Inter si è rinnovata molto, in tutti i reparti, cambiando quasi tutti i titolari.
Ora la cosa strana è che la Juventus ha perso tre pedine importanti come Pirlo, Vidal e Tevez, ma non ha stravolto la squadra. Buona parte degli effettivi dello scorso anno sono in rosa e Allegri, che ha ottenuto i buoni risultati nella passata stagione – sfiorando il Triplete -, dovrebbe avere in mano molte certezze su come far giocare la squadra. Sembra invece che i bianconeri e debbano ricominciare tutto da zero. Le cose non stanno così, eppure il tecnico le fa passare in questo modo. Molti dei crediti accumulati la scorsa stagione Allegri li sta perdendo giornata dopo giornata, tenuto anche conto che la società ha investito oltre cento milioni. Ancora ieri la Juventus è scesa in campo lasciando in panchina almeno 80 milioni di nuovi acquisti, per fornire comunque una prova grigia, pessima nel primo tempo, decente nella ripresa, ma al di sotto delle aspettative e con la solita incapacità di essere concreti in zona gol. Forse quegli 80 milioni potevano essere spesi per un attaccante di peso, un top player in grado di sostituire Tevez e garantire gol. Lo stesso Allegri ha ammesso che una squadra che segna 9 reti in otto partite non può aspirare a vincere lo Scudetto. Neanche ad arrivare in Champions bisognerebbe aggiungere.
Per tornare alla gara, Allegri ha presentato di nuovo il 3-5-2 con al centro Marchisio al posto di Hernanes e in attacco la coppia Zaza-Morata con lo spagnolo come seconda punta, rinunciando quindi al tandem d’attacco rodato con Dybala. In panchina insieme all’argentino anche Pereyra, Sturaro, Mandzukic, Asamoah, Alex Sandro. In campo ha giocato bene Khedira e il solito Cuadrado, sul quale ormai convengono tutte le giocate e sul quale però convergono anche tutti i difensori, per impedire che si inneschi. E questo a condotto a trascurare nel gioco la corsia opposta, dove Evra spesso libero è stato poco servito. La Juventus in pratica ha produrre gioco solo sulla corsia di destra, con una monotona ripetizione degli schemi alla faccia della fantasia che doveva portare il trequartista invocato da Allegri per tutta l’estate. L’Inter nel primo tempo è stata pericolosa producendo un assedio simile a quello della Roma nella seconda di Campionato contro i bianconeri. Di diverso c’è stato che la difesa tutto sommato ha retto e la fortuna ha aiutato Buffon sul tiro-cross di Brozovic. La deviazione dell’estremo difensore ha sbattuto contro la traversa e si è persa sul fondo. Jovetic, Perisic, a tratti Icardi, e Brozovic hanno messo in difficoltà la Vecchia Signora, mentre la difesa nerazzurra ha provato a neutralizzare le ripartenze bianconere. Zaza e Cuadrado hanno sprecato quei pochi palloni pericolosi che si sono procurati, vanificando quel poco di buono fatto.
La ripresa è stata a parti invertite. L’Inter, che aveva speso molto nella prima frazione, ha lasciato il campo alla Juventus che ha attacco e prodotto gioco, con poca fantasia e senza essere davvero pericolosa, ma si è procurata con Morata una grande palla gol che Khedira ha sprecato tirandola sul palo esterno a partire battuto da ottima posizione. Il forcing del primo tempo condotto dalla squadra di Mancini si è scaricato sulle gambe dei nerazzurri, che nella seconda frazione di gioco non sono riusciti a fare pressing e a recuperare il pallone che la Juventus ha gestito saggiamente, come se fosse in vantaggio. Invece stava pareggiando e con i tre punti perdere o pareggiare non cambia poi molto. E infatti la Juve prende un punto dal Derby d’Italia ma non smuove la classifica. La difesa interista ha retto tutto sommato bene, considerato che non propone fenomeni. Il fatto però è che la Juve dal canto suo ha le punte spuntate. Morata, Dybala, Zaza e Mandzukic non sembrano garantire quel potenziale di gol necessari a fare carriera in campionato. I centrocampisti poi non danno l’impressione di poter segnare 10 gol a testa. Forse la squadra potrà trovare una quadratura in difesa, ma in attacco sarà un anno molto tribolato. Mercoledì però arriva il Borussia Mönchengladbach, arriva cioè l’Europa e la Champions, dove le squadre giocano più aperte e dove forse la Juventus ha la possibilità di fare più bella figura, fino a quando non incontrerà le più forti. Ma questo è un anno di transizione per cui bisogna mettersi il cuore in pace.