Accolto da migliaia di persone, ha parlato agli anglicani con il cuore, ha incontrato la Regina e celebrato la beatificazione del cardinale John Henry Newman
di Lilly Amato
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Roma, lunedì 3 ottobre 2010 – Il Papa, secondo le previsioni di alcuni quotati commentatori, che non vedevano di buon occhio la visita in Gran Bretagna, sarebbe andato incontro «all’accoglienza più fredda tra i suoi 17 viaggi all’estero» (Time). Invece, oltre settantamila persone hanno partecipato alla messa a Glasgow, centomila alla veglia in Hyde Park e ottantamila alla messa di beatificazione del cardinale Newman. Per la prima volta nella storia, un Papa ha potuto rivolgersi alla società civile dalla Westminster Hall, il Sancta sanctorum delle istituzioni inglesi, e parlare alla Lambeth Conference dei vescovi anglicani. E in migliaia hanno affollato le strade dove è passata la Papa-mobile. Per questo, in un editoriale il Telegraph ha così scritto: «Questo viaggio è riuscito a mostrare che la Chiesa è una presenza di valore, il cuore stesso della nostra nazione». Perché Benedetto XVI «ha davvero sfidato il Paese intero a pensare», come ha detto il premier David Cameron qualche minuto prima che il Papa ripartisse. Il Pontefice ha inoltre incontrato la Regina a Edimburgo, in un’atmosfera definita «familiare», se non «quasi natalizia». Un’accoglienza speciale culminata nell’auspicio del Papa che il Regno Unito, nel suo «sforzo di essere una società moderna e multiculturale, possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più».
È stato il Palazzo di Holyrood House la cornice del primo atto di questa visita, in cui, ricordando tra l’altro il contributo decisivo del Regno Unito alla sconfitta della «tirannia nazista, che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente agli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere», il Papa ha osservato come, «mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società». Per questo allora la Gran Bretagna, secondo il Papa, non deve lasciar «oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà». Parole importanti quelle di Benedetto XVI, che Elisabetta II ha accolto affermando: «La sua presenza oggi ci ricorda la comune eredità cristiana e il contributo che i cristiani danno alla pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi del mondo». «Decine di migliaia di persone», come ha assicurato la Bbc, alle quali, giunto a St. Andrews, Papa Ratzinger si è avvicinato in un fuori programma che lo ha fatto trattenere qualche minuto con alcuni bambini e malati.
Un bagno di folla che si è ripetuto nel pomeriggio, nella messa celebrata a Glasgow. Oltre centomila persone, davanti alle quali il Pontefice è tornato a ripetere che «l’evangelizzazione della cultura è tanto più importante nella nostra epoca, in cui una "dittatura del relativismo" minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo». Quindi, in serata, il trasferimento a Londra, a chiudere una giornata che i commentatori britannici hanno definito «memorabile». Mentre il centinaio di contestatori è sparito nello scenario scozzese. E a Birmingham, durante la messa di beatificazione del cardinale Newman, ricordandone il celebre motto "Cor ad cor loquitur", il Papa ha offerto una riflessione sulla vita del nuovo beato: “Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione”. Non meraviglia, perciò, che “alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui”. “Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime”, ha concluso il Pontefice.