Roma, martedì 20 marzo 2018 – I rifiuti elettronici sono diventati un elemento importante di criticità ambientale ai nostri giorni per l’uso intensivo che si fa di questi strumenti che, a fine ciclo di utilizzo, devono essere smaltiti. Sono quasi 17.000 tonnellate di smartphone, frullatori, tablet e phon che vengono raccolti dalle isole ecologiche disseminate in tutta Italia e dalla grande distribuzione organizzata.
Ecolight, il consorzio che si occupa della gestione di rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, pile e accumulatori a fine vita, nel 2017 ha incrementato i volumi di raccolta di quasi il 6% rispetto all’anno precedente, confermando un’importante azione soprattutto per quanto riguarda i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo. Costituito nel 2004, il consorzio è uno dei maggiori sistemi collettivi per la gestione di questi particolari rifiuti. Ecolight, che raccoglie oltre 1.700 aziende, è il secondo a livello nazionale per quantità di rifiuti trattati e il primo per numero di consorziati. È stato inoltre il primo sistema collettivo in Italia ad avere le certificazioni di qualità Iso 9001 e Iso 14001.
«Tra i rifiuti elettronici, i piccoli elettrodomestici sono quelli più difficili da intercettare – spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio -. Nonostante l’impegno in termini di raccolta e sensibilizzazione, poco meno di un quarto di questi rifiuti segue un corretto iter di raccolta e smaltimento. I restanti tre quarti restano con ogni probabilità chiusi in un qualche remoto cassetto di casa, per poi finire nel sacco dell’indifferenziata».
Recuperare correttamente questo tipo di rifiuti è però importante. «Sono rifiuti riciclabili – dice Dezio – fino al 97% del loro peso. Sono composti prevalentemente da ferro e plastica, materiali che possono essere indirizzati verso un percorso di recupero per ottenere materie riutilizzabili nei processi produttivi».
L’impegno di Ecolight nel 2017 si è concentrato soprattutto nella gestione dei rifiuti elettronici di piccole dimensioni: oltre il 75% di quanto è stato raccolto appartiene a questo raggruppamento. Inoltre, ha attivato una serie di servizi per agevolare i cittadini e i negozi per conferire e raccogliere correttamente questa tipologia di rifiuti. «Nel corso del 2017 – continua il direttore generale di Ecolight – è infatti proseguita la nostra campagna per la diffusione delle EcoIsole: cassonetti intelligenti posti prevalentemente nelle immeditate vicinanze dei punti vendita di grandi dimensioni dove poter conferire cellulari e caricabatterie, telecomandi e piccoli elettrodomestici. Abbiamo anche facilitato la distribuzione a gestire in modo corretto i rifiuti elettronici: Ecolight ha raccolto da quasi 2.900 punti vendita più di 50mila apparecchiature elettriche ed elettroniche provenienti dai consumatori».
Considerando anche frigoriferi e forni, monitor, televisori e lampadine a risparmio energetico, nel complesso il consorzio è arrivato l’anno scorso a gestire più di 25mila tonnellate di rifiuti elettronici con un’azione capillare ed efficiente: testimonianza sono le oltre 22mila immissioni fatte direttamente sulle isole ecologiche e il “grado di efficienza”, dato che viene certificato dal Centro di coordinamento della raccolta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, che ha toccato quota 99,8%.
«L’impegno del consorzio – annuncia Dezio – è volto ancora a migliorare il servizio e a potenziare la rete di gestione. Ecolight si presenta nel 2018 come un attore principale per la raccolta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e della gestione dei rifiuti professionali. Siamo focalizzati a creare un network capace di affiancare le imprese nei compiti sempre più crescenti per quanto riguarda la tutela ambientale. La prossima sfida si chiama “open scope” e riguarda l’ampliamento della normativa di settore ad una serie di altri prodotti. Questo significa che nella categoria “rifiuti elettronici” rientreranno sempre più oggetti; questi dovranno essere gestiti secondo precise regole e le aziende che li producono saranno chiamate a prendersi cura dei rifiuti affidandosi ad un consorzio».