Nizza Monferrato, martedì 15 gennaio 2013 – È andato in scena ieri al Teatro Sociale di Nizza Monferrato lo spettacolo “Ti ricordi di me?”. Ambra Angiolini e Edoardo Leo formano una bella coppia: giovani e brillanti, dopo aver conquistato il grande schermo, si sono messi alla prova anche a teatro. La regia di Sergio Zecca ha puntato proprio a questo: ridurre al minimo scenografia, luce e virtuosismi, per concentrarsi sugli attori e sui loro personaggi. Il testo di Massimiliano Bruno, che dirigerà al cinema proprio Ambra e Edoardo nel suo secondo film “Viva l’Italia”, dopo l’esordio di “Nessuno mi può giudicare”, racconta la storia d’amore, buffa e tenera, tra Beatrice, una donna bella ma piena di psicosi, e Roberto, uno scrittore eccentrico con il vizio della cleptomania. Il loro incontro è stravagante: li unisce una psicologa presso cui entrambi sono in cura; all’ingresso del suo studio, da dove Beatrice ne esce e il giovane scrittore vi entra. E così tra improbabili approcci, sarcastici apprezzamenti, malintesi causati dai loro problemucci i due finiscono per innamorarsi e per guarirsi a vicenda nutriti da questo amore.
Un atto unico, gustoso e divertente, dinamico e intenso, struggente e romantico, che brilla grazie alle interpretazioni di Edoardo Leo, tenero e incisivo nel raccontare il sentimento del suo personaggio, e di Ambra Angiolini, carismatica protagonista femminile. La sua interpretazione colpisce per intensità e sincerità in tutte le modulazioni comportamentali e nelle sfumature delle dinamiche psicologiche del suo personaggio. E’ evidente l’affiatamento tra i due interpreti, una sintonia nata sul set del film “Ci vediamo a casa” di Maurizio Ponzi, che prosegue in questa esperienza teatrale (che ha debuttato a Roma e nel corso della prossima stagione sarà in tournèe nel resto della penisola) e che si replicherà in occasione della pellicola “Viva l’Italia” dell’autore della pièce Massimiliano Bruno, di cui a breve inizieranno le riprese. Il finale è dolce-amaro, ma la storia, in fondo, è una bella favola allegorica sull’amore e sulla vita in questo nuovo millennio, contraddistinto da frenesia, ipocrisia, incontri virtuali e da quel senso di precariato assoluto che incombe sulla generazione dei 30/40 enni, L’incontrollabile voglia di rubare o di dormire e perdere la memoria sembrano la triste ancora di salvezza a cui non resta che aggrapparsi per vivere fino a che non si capisce che l’amore (per un altra persona ma in fondo anche per se stessi) è la vera soluzione e che non bisogna mai arrendersi per raggiungere la felicità anche quando ti sfugge dalle mani.
Simona Berca