Roma, giovedì 28 novembre 2013 – Il ventisette ottobre 2013 è una data che l’America e il mondo intero non dimenticheranno facilmente. É il giorno della morte di Lewis Allan Reed, in arte Lou, cantautore eclettico, poeta status symbol del rock’n’roll, quello vero. Questo già lo si sapeva. La notizia è apparsa sulle prime pagine di ogni testata giornalistica ma, come troppo spesso accade qui in Italia, è andata nel dimenticatoio generale troppo velocemente. Per tanti, per fortuna non per per tutti. I suoi connazionali americani vogliono rendergli omaggio e farlo entrare di diritto nel paradiso degli immortali della musica di tutti i tempi. La cerimonia pubblica di commemorazione avverà il 14 novembre, presso il Lincoln Center, New York. “No speeches, no live performances” (ne discorsi, ne esibizioni dal vivo), questo è quanto affermano gli organizzatori. Solamente la voce di Lou, la sua chitarra, le sue canzoni. “New York: Lou Reed at Lincoln Center” (questo è il nome dell’evento) si svolgerà nel pomeriggio di domani, dalle 13.00 alle 16.00, ovviamente ora americana.
La selezione dei brani che verranno ripercorsi durante l’evento è stata scelta dai suoi cari, che sulla morte del cantante raccontano :“ La sua malattia lo perseguitava ormai da tempo, era arrivata agli stadi finali. Non voleva più rimanere in ospedale. É morto sorridendo, perchè vicino a chi lo amava”. Per chi ancora non lo sapesse, Lou aveva problemi al fegato, perennemente sollecitato dagli abusi di droghe ed alcol, ed aveva subito un trapianto pochi mesi prima del decesso. La vita delle rock stars non è sempre rose e fiori, anzi non lo è quasi mai. A dargli l’ultimo saluto non saranno solo i suoi milioni di fans, ma anche altri grandi dello spettacolo, tra i quali i Pearl Jam, Nick Cave ( che gli ha dedicato una canzone durante il suo ultimo concerto a Londra) e l’italiano Davide Toffolo (de “I Tre Allegri Ragazzi Morti”), che ha fatto girare per tutti i social network un suo personale ritratto del grande Reed. Anche Iggy Pop ha voluto commentare il tragico fatto :“Ho voluto bene a Lou. Lo ammiravo molto. Era una persona davvero genuina. Con me è stato sempre gentile. Il suo talento ha avuto un’influenza meravigliosa sulla mia vita, mi ha indicato la direzione. Sono sicuro che ha avuto una vita degna di essere vissuta, e sono sicuro che avrebbe continuato a goderne appieno se solo fosse ancora qui”. “Tomorrow I am smoke”, domani sarò fumo, le ultime parole dell’artista. Chissà, forse sarebbe stato il titolo di un nuovo, eterno successo.
Jacopo Nardelli