Roma, domenica 28 settembre 2014 – La Juve non si ferma e vince la sua quinta gara di campionato con un netto 3-0 contro una buona Atalanta, che davanti ai propri tifosi voleva fare bene e voleva mettere in difficoltà i Campioni d’Italia. Doppietta di Tevez e primo gol ufficiale di Morata. Questo lo score dell’anticipo serale di sabato 27. Un punteggio netto che non lascia dubbi sulla prestazione giocata dai bianconeri, ma che forse non rende merito ai padroni di casa di Colantuono, che la partita hanno provato a farla. E avrebbero anche potuto raddrizzarla se Buffon non avesse neutralizzato un rigore ben calciato da Denis. Ma con il suo quarto intervento determinante in cinque gare, il portiere juventino si conferma essere l’uomo in più della squadra di Allegri. Inattivo per 60 minuti, quando è servito è stato fondamentale. Eppure, il tecnico atalantino all’inizio aveva azzeccato le contromosse per cercare di neutralizzare la Vecchia Signora, la quale escluso Asamoah e l’infortunato Caceres aveva rinunciato al turnover per schierare il miglior undici possibile. Colantuono aveva cercato di bloccare Bonucci con Denis e messo Boakye in marcatura stretta su Marchisio (trattato come Pirlo) per bloccarne la fantasia e la capacità di dettare i tempi di gioco. A centrocampo le marcature erano quasi a uomo su Pogba e Vidal, mentre i due esterni difensivi Zappacosta e Dramè avevano la licenza di difendere, ma ancor più di attaccare gli spazi e spingere in avanti per evitare di farsi schiacciare dalla Juventus. Baselli, preferito a Cigarini, doveva essere, grazie alla sua agilità, freschezza e giovane età, l’ispiratore del gioco. Tutto giusto e tutto esatto. Ma durato fino al 35’ circa del primo tempo, quando una percussione del solito Lichtsteiner, sempre più bravo e determinante per questa squadra, innescato da Llorente, scodellava al centro un assist sporco e pieno di effetto, su cui si sono avventati Vidal in prima battuta e Tevez in seconda. A Zappacosta, giovane interessante e da seguire, è accaduto quello che sette giorni prima era accaduto a Abate: entrambi superati da uno scatto fulmineo dell’argentino, abile così a firmare il vantaggio.
Fino al gol l’Atalanta era riuscita a contenere i bianconeri, in qualche caso anche a farli arretrare in difesa e a rubare un paio di palloni nel momento in cui i torinesi provavano a impostare il gioco partendo dalla rimessa del portiere. Ma le conclusione effettuate dall’undici di Colantuono verso Buffon non hanno mai centrato la porta e non sono mai parse pericolose. Al contrario la Juventus è sembrata più concreta in avanti, facendo valere il tasso tecnico e anche la forza fisica. Si può dire che il gol non era scontato, ma che comunque la Juventus, nonostante la bella prova messa in campo dall’Atalanta, dava la sensazione di essere solida e di contenere agilmente la partita. Tutto però accade al 60’ di gioco. Un’incursione in area di Molina, entrato al posto di Estigarribia, fermata da Chiellini viene sanzionata dall’arbitro Orsato con il rigore. La moviola dirà che non c’è contatto tra i due e l’esterno nerazzurro si lascia cadere in area. Dal dischetto Denis angola sulla sinistra di Buffon che con uno scatto raggiunge il pallone tirato a filo palo. Sulla ripartenza bianconera Tevez dal limite segna facendo passare la sfera tra le gambe di due avversari. Incolpevole, ma battuto per seconda volta Sportiello. Dal rigore parato al gol di Tevez passano solo 34 secondi. Sul 2-0 l’Atalanta perde quella verve e quella voglia di raddrizzare il risultato che aveva messo all’inizio del secondo tempo. La Juventus sale in cattedra e non rischia quasi più nulla. Si conta solo un gran tiro di Molina sparato in cielo da buona posizione. La Vecchia Signora invece non smette di attaccare. Con ordine e con convinzione, ma anche con pazienza. Fa girare palla e tenta appena è possibile l’affondo con triangolazioni strette e veloci. In campo i bianconeri si muovono senza palla. Girano sempre e si fanno trovare liberi tra le linee. Sulla fascia destra poi Lichtsteiner non si ferma mai. E ancora da quella zona nasce il terzo gol. Passaggio filtrante di Tevez per Pereyra (entrato al posto di Vidal), cross di quest’ultimo e gol di testa di Morata.
Passivo pesante per i padroni di casa, che hanno sfoderato una bella prestazione e dimostrato di possedere un bel collettivo che potrà fare un buon campionato. La Juventus da parte sua non smette di stupire. Quello che caratterizza queste prime partite della squadra di Allegri è la voglia e la determinazione messe in campo, la fisicità, a tratti ruvida, con cui gli uomini giocano e lottano su ogni pallone, il tasso tecnico elevato, la circolazione della palla e i movimenti del collettivo, sempre pronto ad offrire alternative valide al portatore di palla. Rispetto alla squadra dei record di Conte, questa nuova Juve per il momento ha 2 punti in più e quattro gol in meno incassati. Sottigliezze si dirà, però i dettagli spesso aiutano a capire meglio dove stanno le differenze. Il modulo è lo stesso, gli interpreti grosso modo gli stessi. Il gioco è cambiato in parte e anche la serenità con la quale i giocatori affrontano le gare. Adesso aspettiamo la settimana di fuoco. Atletico Madrid e Roma saranno la vera cartina di tornasole e misureranno quali sono i limiti di questa squadra.