Roma, martedì 21 agosto 2018 – La legge di bilancio, da affrontare subito dopo la ripresa dell’attività parlamentare, sarà il primo confronto del governo pentaleghista con la realtà, dopo i proclami e le campagne (ben organizzate e finanziate) sul web per fomentare la rabbia delle persone contro il nemico di turno e cementare così, con lo sfogo contro il responsabile del momento di tutti i mali del mondo, il consenso popolare.
Ma il consenso così violentemente montato e le aspettative così fortemente suscitate, ora dovranno essere mantenuti con provvedimenti che siano finanziariamente sostenibili e vadano realmente a incidere sulla vita delle persone. Soprattutto di quelle persone, ovvero il cosiddetto “elettorato mobile” (divenuto sempre più determinante da quando sono state marginalizzate le idealità e privilegiati i personalismi), che nel passato hanno creduto a turno nei vari Prodi, Berlusconi, Renzi e che oggi si sono scoperte ultrà del duo Salvini-Di Maio.
E qui viene fuori tutto lo squilibrio dell’attuale maggioranza, tra un esercito di apprendisti stregoni che vorrebbe cambiare il mondo e una squadra di vecchi lupi di mare della politica che governa questo Paese, tranne alcune interruzioni, da un quarto di secolo.
In mezzo ci sono i cittadini che hanno votato, in maggioranza relativa, i primi. Che ora che sono in ballo devono ballare. Ma non sono loro a decidere quali danze.