Roma, giovedì 23 giugno 2011 – Mobilitazione nazionale per il welfare alle ore 11 di questa mattina in Piazza Montecitorio. “Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile!”, con questo slogan oltre cento organizzazioni di terzo settore, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e della cooperazione sociale, enti di promozione sportiva e culturale, si riuniscono in piazza per dire no ai tagli massicci alle politiche sociali e per rimettere al centro la persona e i suoi diritti.
Una mobilitazione nazionale promossa dal Forum del Terzo settore e dalla campagna “I diritti alzano la voce”, sostenuta anche da organizzazioni sindacali e movimenti politici, che si svolge in contemporanea in 14 tra le principali città italiane: ad Ancona, Belluno, Bologna, Catanzaro, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona, Vicenza.
La crisi economica in cui è coinvolto il nostro paese ha causato la perdita di posti lavoro, indebolito risparmi e sicurezze, spingendo un numero sempre maggiore di famiglie verso la povertà. I tagli massicci alla spesa sociale hanno ridotto dell’80%, in soli quattro anni, gli stanziamenti per i fondi nazionali delle politiche sociali, che sono passati dai 2,5 miliardi di euro del 2008 ai 538 milioni del 2011.
Giovani, famiglie, disabili, anziani alzano la voce per ribadire alle forze politiche, al governo e all’opinione pubblica che i tagli effettuati negano i diritti delle persone e cancellano le risposte che il terzo settore ha cercato di costruire in questi anni. «Ci sentiamo in dovere di alzare la voce anche per quei tanti soggetti che non riescono a farlo – afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore -, contro tagli drastici e privi di razionalità che diventano la scure rispetto alla sussidiarietà del nostro paese. Senza risorse non si può mantenere un welfare dignitoso, né tanto meno capace di promuovere il protagonismo delle persone. Il governo afferma di voler scommettere sulla sussidiarietà, ma le azioni concrete non si vedono. Il Terzo Settore chiede che venga cambiata la rotta nella prospettiva di far crescere un modello di welfare e non di liquidarlo».
Lucio Babolin, portavoce della campagna “I diritti alzano la voce”, chiede al governo e alle forze politiche il minimo indispensabile per poter vivere in maniera dignitosa. I promotori della mobilitazione avanzano alcune proposte precise: la definizione dei «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali», come previsto dalla nostra Costituzione (art. 117); un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola; una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (art. 118) e dalla legge 328/00 sul sistema dei servizi sociali, che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile; una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale; il ripristino del fondo per le non autosufficienze e il suo potenziamento; adeguato finanziamento del Piano nazionale infanzia e adolescenza e un adeguato ripensamento delle politiche giovanili; la definizione del Piano nazionale per la famiglia e il suo adeguato finanziamento; il rilancio del Servizio civile nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti; all’appello hanno dato il loro sostegno anche organizzazioni sindacali e movimenti politici.