Roma, martedì 12 aprile 2011 – Bella e vincente ma ancora troppo fragile nel reparto difensivo. Per il momento la Juventus, alla sua terza vittoria consecutiva (10 punti in quattro gare), contro il Genoa dimostra carattere e voglia di vincere, ma non toglie il dubbio di una estrema fragilità difensiva. Delneri schiera la stessa squadra che ha vinto all’Olimpico di Roma. Unico cambio dentro Traoré per Grosso, il migliore in campo contro i giallorossi. Per il resto stesso modulo con un centrocampo imbottito a protezione della difesa. Ma non basta, perché il Genoa, che non è la Roma, quelle poche volte che affonda mette in difficoltà la retroguardia bianconera con la coppia d’attacco Antonelli – Floro Flores. In vantaggio passano subito i rossoblu (7’ del primo tempo), grazie ad un autogol di Bonucci su azione di Antonelli, anche se la Juventus già dai primi minuti aveva dimostrato una gestione e circolazione di palla e una spinta offensiva notevole. Con Pepe, Krasic, Marchisio, Melo e Aquilani in forma la Vecchia Signora gira. Delneri con continui cambi di posizione fra i giocatori (Krasic al centro dietro Matri, poi Pepe; Marchisio sulla destra, poi di nuovo al centro) cerca di disorientare il Genoa. Tattica che alla lunga paga, perché dalla mezzora in avanti in campo si vede una sola squadra: la Juve. Il Genoa da parte sua nella prima frazione di gioco, oltre all’azione che procura l’autogol, non riesce a trovare quasi mai l’affondo decisivo con i suoi attaccanti, ma mette sempre apprensione. Nell’ultimo quarto d’ora l’azione bianconera si fa più pressante. Il gioco sulle fasce cresce e crescono i cross dal fondo e dal vertice dell’area avversaria, per l’unico attaccante bianconero. Eduardo, il portiere ospite spesso criticato per le sue incertezze tra i pali, compie un vero miracolo su colpo di testa di Bonucci prima dell’intervallo.
Nella ripresa la Juventus sente il fiato sul collo, perché lo stop penalizzerebbe la rincorsa per un posto in Europa. Riprende così l’assedio alla porta di Eduardo, ma si aprono spazi per le ripartente avversarie. Al 5’ arriva il pareggio di Pepe, il cui colpo di testa è deviato da Rossi. Raggiunto il pareggio la Juve non cambia atteggiamento, e si espone al contropiede avversario, che in paio di occasioni affonda con più decisione del primo tempo. Al 11’ infatti da un’azione sulla sinistra parte il traversone che serve Floro Flores. Stop in corsa e gran tiro che sbatte sul palo per il 2-1. I bianconeri hanno il merito di non scoraggiarsi. Riparte il ritmo serrato che costringe i genoani a ripiegare nella propria metà campo. Lucida fino alla tre quarti, la Juventus si perde in area. Krasic e Pepe in un paio di occasioni esaltano Eduardo, capace di alternare grandi parate a figuracce. Delneri capisce che serve maggior peso in avanti e mette Toni per Melo e Sorensen per Motta (ammonito). Al 18’, da un’intuizione di Toni che serve di tacco Matri, nasce il gol del pareggio con un gran destro dell’ex cagliaritano alla 18sima rete in campionato (settima con la maglia bianconera). La Juventus riparte a testa bassa e rischia di andare di nuovo sotto con Palacio: azione solitaria sulla sinistra e tiro velenoso alla Del Piero (ancora una volta relegato per tutta la partita in panchina) sul lato opposto. Ma è la squadra di Delneri che, nonostante le disattenzioni della retroguardia, tiene in affanno gli avversari. Una pressione che viene premiata con il gol di Toni al 38’. Splendido taglio in area di Aquilani, tra i migliori in campo, e l’attaccante ex Genoa ruba il tempo al difensore centrale e batte Eduardo in uscita con un morbido e prezioso pallonetto. 3-2 meritato per il gioco messo in campo dai bianconeri, per il fatto che ci hanno sempre creduto e per la condizione generale della squadra, che sotto il sole cocente di Torino (circa 30 gradi) è apparsa più reattiva degli avversari. Ma non è ancora finita, perché il Genoa sciupa con Floro Flores il pareggio. Difesa bianconera immobile su cross dalla destra con l’attaccante che gira al volo: fuori di niente. Sul fronte opposto spreca anche Toni che potrebbe realizzare il quarto gol juventino.
La fortuna aiuta anche questa volta la Juventus, anche se Delneri sembra aver trovato il modulo ideale per giocarsi le ultime chance di accedere in Champions League (per il momento i bianconeri sono a -6, grazie alla sconfitta dell’Udinese). Il centrocampo a cinque, che diventa ora un 4-3-3, ora un 4-5-1, ora un 4-1-4-1, è reso possibile dalla duttilità dei giocatori, che cambiano posizione e disposizione di gioco con naturalezza. Questo mette in difficoltà gli avversari, che non hanno trovano punti di riferimento. Di contro le incursioni avversarie mettono ancora troppa apprensione alla retroguardia juventina. Palacio e Floro Flores hanno mancato di poco il gol che avrebbe infranto i sogni di vittoria bianconera. Lo stesso Storari ad inizio secondo tempo è stato impegnato in un paio di occasioni.