Roma, lunedì 24 giugno 2013 – Il 28 maggio 2013 è uscito il Dvd “Chailly & Bollani Live at La Scala” per la Decca, registrazione in Hd (Musicom.it) dei concerti su Gershwin di Stefano Bollani e Riccardo Chailly al Teatro alla Scala di Milano eseguiti tra il 15 ed il 21 aprile 2011. Prima della pubblicazione, come anteprima, i video sono stati trasmessi nei cinema di 20 paesi. Il DVD, a sua volta, ha anticipato il concerto pubblico che i due hanno tenuto in Piazza del Duomo a Milano il 1 giugno. Non si trova su Itunes ma è in vendita on line sulla Feltrinelli.it per 17,99 € invece dei 21 € (è in promozione) ed è arricchito da un saggio di Carlo Boccadoro e da un documentario di Andrea Franceschini.
Il nuovo DVD esce mentre i loro precedenti lavori arrivano in vendita nelle edicole, infatti, i musicisti si frequentano proficuamente dal 2010, quando, con il loro primo CD, “Rhapsody in blue”, conquistano il disco di platino con un tributo a Gershwin. A questo seguono concerti sold out in tutta Europa e un secondo Cd “Sounds of the 30’s”, che ripropone autori come Ravel e Stravinskij, Kurt Weill e Victor de Sabata. A unire la coppia, il desiderio di riabilitare, anche nei templi della “bella musica”, un autore importante ma sottovalutato come Gershwin. I due non si conoscevano prima, ma dice Chailly del collega: “sentendolo suonare ho capito, che al contrario di tanti jazzisti che insistono sul virtuosismo, è bravissimo sull’armonia. E Gershwin, dell’armonia è stato il più grande creatore: in tutto il Novecento”.
Bollani conferma “Le armonie di Gershwin sono la scintilla che ha fatto scaturire infinite improvvisazioni per tutti i pianisti jazz.” Non fingono di essere esperti l’uno nel campo dell’altro. Chailly ha diretto le più importanti orchestre del mondo. Ammette di non ascoltare molto jazz ma segue con sincero interesse le argomentazioni di Bollani. Bollani, conosciuto come jazzista, in questa occasione, esce dal suo personaggio di genio insofferente alle regole per fare solo il pianista, interpretando in modo da contenere al massimo l’improvvisazione che lo caratterizza. Segue le partiture scritte, e lo fa con un suono cristallino tanto che, alla fine, si merita lo spazio anche per un po’ di jazz. Tra i due si respira armonia dentro e fuori i concerti, stessa passione per la lettura, autoironia e sense of humor, comunione di intenti che riescono a farne “una strana coppia in concerto”.
Fiona Serrelli