Roma, martedì 17 luglio 2018 – Annullato ieri sera all’Auditorium Parco della Musica di Roma il concerto “Que Bom” di Stefano Bollani per pioggia. Il temporale estivo che ha investito la Capitale in serata ha impedito che i circa 2000 aficionados del musicista italiano seguissero la performance degli artisti. Si sa d’estate lo spettacolo dal vivo è sempre a rischio. Se dovesse esserci mal tempo o pioggia è possibile che gli eventi vengano annullati. E in genere non vengono neanche restituiti i soldi del biglietto. È una policy adottata ormai da tutte le rassegne estive, siano esse di teatro, cinema o di musica. Ieri però, l’Amministrazione dell’Auditorium di Roma ha deciso di restituire i soldi spesi per il biglietto. Sarà possibile già da oggi chiedere il rimborso rivolgendosi alle strutture in cui sono stati acquistati. Ad esempio, se il biglietto è stato comprato alla biglietteria del Parco della Musica ci si dovrà rivolgere lì. Se invece è stato acquistato su una piattaforma online, ci si dovrà rivolgere a quello stesso canale di vendita. Insomma alla fine dell’attesa preoccupata e rabbiosa per come stavano andando le cose, è arrivata la buona notizia per gli appassionati di Bollani. Almeno i soldi non sono andati persi. Anche se perso è stato il concerto, che chissà quando si potrà vedere.
Questo però non toglie il fatto che l’Amministrazione dell’Auditorium di Roma abbia commesso un errore. Con tre sale a disposizione, e vuote, a pochi metri di distanza non ha pensato di preparare un piano B che in caso di pioggia permettesse di eseguire lo stesso il concerto. Al chiuso, in una delle sue bellissime e confortevoli sale. Anche se l’impianto luci fosse stato basico, perché per motivi di costi non era certo possibile duplicare al 100% le schede tecniche, gli spettatori non avrebbero battuto ciglio, e il fatto di sapere che la serata sarebbe stata confermata li avrebbe resi felici. In questo modo l’Amministrazione del Parco della Musica avrebbe anche evitato di restituire i soldi del biglietto, defalcando da questi solo i costi di una seconda parziale scheda tecnica; evitando una doppia perdita, perché i musicisti saranno comunque stati pagati. È stato un errore grossolano, pagato al prezzo del biglietto da restituire. E se capitasse la stessa cosa al concerto di Sting e Shaggy? Con costi che vanno da 50 a 170 € e una Cavea sicuramente stracolma, se dovesse piovere a dirotto come ieri, restituirebbero i soldi del biglietto o troverebbero il modo di fare il concerto al chiuso delle loro splendide sale? Di certo agli spettatori non interesserebbe avere indietro l’esborso, perché quello che conta sarebbe vedere il concerto di Sting. E quello non avrebbe prezzo.
Potrebbe esserci una spiegazione per quanto accaduto ieri. Forse i ticket staccati erano pochi per prevedere questa ipotesi e allora si è preferito rimborsare i biglietti piuttosto che realizzare il concerto in un’altra location. Meglio credere a questa seconda ipotesi, perché una mancanza di un piano B in chi fa questo lavoro vorrebbe dire ancora una volta una spettacolare mancanza di professionalità. Sarebbe comprensibile se un incidente del genere capitasse ad esempio al Circo Massimo, dove non ci sono luoghi chiusi in cui dirottare un concerto in caso di pioggia. Oppure in un parco della Capitale, allestito per una rassegna estiva privo di alternative. Ma se si possiedono le sale vuote del Parco della Musica, già in buona parte attrezzate, mettere una copia di strumenti per un concerto in caso di pioggia è davvero poca cosa.