Miami 10 luglio 2013 – Negli anni cinquanta nasce un nuovo tipo di femminilità. La sensualità misteriosa delle dive degli anni trenta viene sostituita da una nuova concezione estetica che rivolge la sua attenzione a una fisicità dalle forme morbide e prorompenti. Perfettamente incarnate dalle bellezze americane e dalle dive di Hollywood dell’epoca, saranno miti come Marylin Monroe o Anita Ekberg ad immortalare nella storia del costume e della moda la figura della donna definita come Pin-Up. Visi voluttuosi e angelici dai nasini all’insù, rivivono oggi negli oltre ventiquattro scatti di Bunny Yeagard, visibili all’interno di una mostra permanente all’Harold Golen Gallery di Wynwood a Miami.
Fotografa ed ex modella, Bunny Yeagard è stata non solo la prima donna Pin-Up, ma anche la prima donna fotografo in un mondo monopolizzato principalmente dal mondo maschile. La determinazione, la passione per la moda e la fotografia hanno fatto sì che i suoi scatti diventassero famosi, specie tra i soldati americani impegnati nel secondo conflitto mondiale. A metà degli anni ’50 del secolo scorso contribuì a far ripartire la carriera dell’allora sconosciuta Betty Page.
Bunny Yeagard aveva un gran vantaggio nei confronti dei suoi colleghi maschi, “Tutte volevano posare per me perché sapevano che io non avrei approfittare di loro“- racconta Bunny Yeager, oggi 83 anni. Un’opinione condivisa anche da Wes Carson, affermato professore di fotografia al Miami International University of Art & Design, “non c’è dubbio che le donne Pin-Up immortalate da Bunny Yeager hanno un tocco che la controparte maschile non poteva ottenere“.
La sua carriera come modella le ha dato un indiscutibile vantaggio sia nella carriera che nel successo come fotografa. Nel decennio 1950-1960, la Yeager è stata una delle modelle più in voga della sua epoca. Arrivata ad un’età dove la sua carriera come modella era in bilico, invece di crearsi una famiglia come al tempo optarono molte sue colleghe, Bunny decise di iscriversi ad un corso di fotografia a Miami. I primi studi li applicò su se stessa facendosi una serie di autoscatti che la portarono a pubblicare nel 1964 il primo libro “Come fotografare se stessi“. Grazie a lei nacque il mito della modella Pin-Up, Betty Page. Inizia a lavorare come fotografa in alcuni set cinematografici, tra cui “Agente 007 – Licenza di uccidere“, con un giovanissimo Sean Connery e una divina Ursula Andress. Poi il silenzio. “Per un lungo periodo purtroppo non ho più lavorato” racconta la Yeager “Non è che mi fossi ritirata, ma ad un certo punto sembrava che nessuno volesse più le mie foto. Era come se non esistessi.”
Per non perdersi d’animo continua a lavorare per se stessa realizzando un libro-tavolino intitolato “Darkroom di Bunny Yeager“, fino a che piano piano la sua attività inizia a riprendersi. Nel 2010 il Museo Warhol di Pittsburgh dedica una mostra ai suoi lavori e la casa tedesca Bruno Bananai, la ingaggia come fotografa per la nuova collezione di costumi da bagno. “Nonostante gli anni, ancora non riesco ad abituarmi a tutto questo” ha dichiarato la Yeager di recente – “Quando vedo le mie foto appese al muro mi vengono i brividi dall’emozione!“. La diva delle Pin-Up racconta che si sente ancora come una bambina, “eccitata e sorpresa per ogni cosa nuova che arriva nella mia vita. Non so dire tutto questo dove porterà, ma posso dire che mi suona molto bene.” Sono tanti ancora i progetti per Bunny Yeager, un simbolo del coraggio, della perseveranza, ma soprattutto un simbolo per le prossime generazioni
di fotografe femminili.
Link Intervista a Bunny Yeager all’Harold Golen Gallery