Roma, mercoledì 24 febbraio 2016 – Un tempo per parte e 2-2. Finisce così la supersfida di Champions tra Juventus e Bayern Monaco, da tutti definita una semifinale anticipata. Con tanti gol come aveva pronosticato Massimiliano Allegri. Si porta in vantaggio il Bayern nel primo tempo con una rete allo scadere di frazione di Muller, dopo che se n’era divorata un’altra e dopo che i bavaresi avevano creato molto e impegnato seriamente Buffon in almeno due azioni, terminate con i tiri di Vidal (il grande ex alla fine del match abbracciato dagli ex compagni) e di Bernat. Entrambe le conclusioni parate alla grande dal numero uno bianconero. La Juventus per parte sua nella prima frazione si è vista poco. Ha lasciato il gioco nei piedi del Bayern e ha provato a colpire in ripartenza. Insomma la più classica delle gare all’italiana: catenaccio e contropiede. Nei minuti iniziali per ben due volte Mandzukic, il grande ex della parte opposta, era andato vicino ad essere micidiale. Per ben due volte per una questione di centimetri non è riuscito ad impattare la palla da solo, in scivolata, davanti a Neuer. Qualche altra folata nel primo tempo c’è stata ad opera di Cuadrado, di Pogba e di Marchisio. Ma sostanzialmente Allegri ha voluto far sprecare energie agli avversari. Ha controllato la gara. Ha chiuso gli spazi a Robben e un po’ meno a Costa (fotocopia di Alex Sandro, veloce ma forse meno tecnico del bianconero assente per infortunio) e al centrocampo bavarese. Allegri c’era quasi riuscito, rischiando il dovuto contro una grande squadra. Alla fine della prima frazione il Bayern aveva accumulato una serie impressionante di minuti palla al piede e almeno tre azioni pericolose con una rete all’attivo. Insomma una partita che non sembrava avere storia al di là dei grandi proclami della vigilia.
Invece, il secondo tempo è stato di diverso tenore. Alla ripresa la Juventus ha aggredito più alta il Bayern Monaco e qui si è visto che la squadra di Guardiola non è così attrezzata a contenere chi gli tiene testa. Con il passare dei minuti psicologicamente i bianconeri sono cresciuti, hanno tenuto palla. L’hanno fatta girare per trovare gli spazi a centrocampo, invertire la manovra e costringere gli avversari a stare nella loro metà campo. Strano a dirsi, l’ingresso di Hernanes e l’uscita di Marchisio ha giovato alla squadra. Il Profeta, maltrattato nella prima parte della stagione e condannato alla panchina perpetua, ha sciorinato colpi e una prestazione da Champions, tenendo testa e spesso emergendo per classe, fantasia, tigna e capacità di mettere ordine sulla mediana. È arrivato il secondo gol di Robben, su ripartenza al 55’. Un errore di percorso e un gol che ci può stare contro una delle prime quattro squadre d’Europa. Altrimenti tutto sarebbe stato molto più facile e liscio per la Signora. Eppure, nonostante la rete, la squadra non si è scomposta. Cuadrado e Dybala sono saliti di livello. Pogba ha continuato a fare il fenomeno (aveva iniziato per la verità già nel primo tempo) e a tenere a bada gli avversari con classe e forza fisica. Mandzukic invece ha messo una marcia in più contrastando gli avversari, che avevano speso molto nel primo tempo e che sono calati vistosamente nella ripresa. Bonucci e Barzagli non hanno concesso più niente in difesa e Robert Lewandowsky è stato annullato per tutti i 93’ minuti dell’incontro. La prima rete juventina è così arrivata al 65’ con uno bello scambio Cuadrado, Mandzukic, Dybala, che davanti al portierone Neuer non si è fatto pregare e lo ha infilzato.
Il gol ha galvanizzato l’ambiente e la squadra, che è crescita mentalmente. Non ha più temuto il Bayern e ha voluto trovare il pareggio pressando alta la difesa avversaria e facendo circolare palla in difesa senza temere il pressing avversario, anzi eludendolo ogni volta (nel primo tempo invece spesso le palle venivano sparacchiate via per timore reverenziale). Al 76’ è così arrivato il gol del pareggio di Sturaro, che ha saputo sfruttare un appoggio di testa di Morata a centro area con un’azione avviata da Pogba, proseguita da Mandzukic e finita appunto dal centrocampista che aveva rilevato Khedira. Gli ultimi 10 minuti abbondanti sono stati un forcing bianconero che il Bayern ha contrastato, prendendosi anche dei cartellini gialli. Il 2-2 dà certamente un vantaggio al Bayern, che ha segnato due reti fuori casa. Ma alla Juventus potrebbe bastare anche l’1-0 per passare il turno. La Signora deve vincere e potrebbe anche farlo se solo riuscisse a giocare con la mente sgombra da paure. La Juventus ha i mezzi per superare il pressing avversario, perché è organizzata bene e ha uomini in grado di giocare palla a terra. Non si è mai fatta irretire dal tika-taka ed è cresciuta nel secondo tempo e nel finale. Deve solo conservare la lucidità necessaria per tenere fra i piedi, per una frazione in più, la sfera (come ha fatto nel secondo tempo), giocandola con il compagno o con il portiere e facendo sfiancare gli avversari. Se fa questo nel complesso è superiore ai bavaresi e potrebbe superare lo scoglio degli ottavi. Con la gara di ieri si è capito che questa squadra ha tutto il diritto di sedere tra le grandi del calcio europeo.