Roma, domenica 18 settembre 2011 – La musica è un linguaggio universale antecedente ad ogni tipologia di lingua parlata. Il suo carattere rivelativo la pone al di là di ciò che vediamo e sperimentiamo allo stato di coscienza, in quanto la sua valenza conoscitiva ed aggregatrice prescinde dall’aspetto razionale. La sua forza deriva proprio dal fatto che in essa vien dato maggiore spazio all’emotività. Attraverso la musica possono comunicare tra loro persone di varie etnie, esattamente come fanno i componenti del gruppo Choroma alle prese con un programma musicale che esula dal repertorio italiano. Lo Choro è una musica intensa, evocatrice d’immagini e stati d’animo, legata all’incontro ed alla socialità, da cui hanno preso origine tanti altri generi musicali, quali il Samba e la Bossa Nova. Nella Roda de Choro il pubblico talvolta partecipa all’esecuzione dei brani coi musicisti, e mai come tra gli stacchi ed i passaggi musicali di essa la musica è condivisione.
Il gruppo Choroma con sorprendente vitalità ripropone la Roda, un festoso dialogo tra artisti a base di giochi musicali e virtuosismi volto all’integrazione dei rispettivi timbri musicali in un’unica trascinante forza comunicativa. Choroma è composto da quattro musicisti di talento che colpiscono oltre per la grande tecnica per l’effervescente capacità di toccare l’anima del pubblico attraverso l’improvvisazione. Sono Massimo Aureli alla chitarra sette corde, Jenifer Clementi al flauto traverso, Massimiliano Natale detto Max do Pandeiro alle percussioni, Giulia Salsone alla chitarra classica. I maestri Aureli e Salsone a detta dei loro colleghi, con la chitarra sono in grado di far miracoli, per la capacità d’interpretare in modo del tutto originale qualsiasi brano in qualsiasi tonalità, e per la volontà di portare al limite le possibilità espressive del proprio strumento. La Clementi a dispetto della sua giovane età, col flauto ripercorre senza tentennamenti e con disinvoltura le storiche partiture del Choro. Massimiliano Natale è un eccellente batterista convertitosi al sound carioca che fa risuonare qualsiasi strumento a percussione gli giunga tra le mani con la passionalità dei musicisti del latinoamerica.
Ascoltare i ritmi del Brasile è come viaggiare nella propria interiorità, tra mille colori e sfaccettature in un eterno mix tra tristezza ed allegria. Una delle tipiche caratteristiche della musica popolare brasileira è l’energia derivante dalla combinazione tra stili musicali diversi, per la commistione della tradizione musicale portoghese di matrice europea con i ritmi del continente nero. Un filo interiore richiama alla comune matrice tra lo Choro di fine Ottocento ed il Jazz anni Venti di Pixinguinha, in cui le influenze del Jazz seppero amalgamarsi egregiamente con la musica popolare del Brasile. È lo stesso filo luminoso che lega il gruppo Choroma ed ogni musicista nel mondo alla grande madre Africa.