Roma, giovedì 22 settembre 2011 – Nella giornata che vede pareggiare l’Udinese e perdere Napoli e Cagliari, la Vecchia Signora non va più in là di un pareggio con il Bologna. Poteva essere la prima fuga in solitaria e invece è uno stop. La squadra di Conte sembra non avere perso il vizio di complicarsi la vita con le squadre meno nobili del Campionato e ancora una volta paga la sua mancanza di cattiveria, ma anche di qualità in mezzo al campo, rinunciando a due punti preziosi. Come il Siena, modesta neopromossa la cui migliore caratteristica è la grinta e la diligenza tattica, anche il Bologna si presenta a Torino attrezzata di cattiveria, di spirito di sacrificio e di organizzazione di gioco. E questo mette in difficoltà per quasi 30 minuti la Juve. Conte schiera la stessa squadra della scorsa domenica, pur avendo a disposizione 38 giocatori. Fuori Giaccherini per Krasic e Matri per Del Piero. In difesa rientra De Ceglie. Per il resto nessun turn over. A centrocampo la solita coppia Pirlo-Marchisio. Su tutti svetta proprio l’ex milanista, che riesce spesso a sfilarsi dalla marcatura asfissiante di Ramirez e a illuminare, innescando l’azione. Bene soprattutto la partecipazione alla manovra dei due centrali difensivi Chiellini e Barzagli, da quest’ultimo arrivano spunti interessanti. Eppure la Juve più che giocare sugli esterni, preferisce passare per le linee centrali, dove Vucinic e Del Piero, garantiscono molta qualità. Purtroppo per loro in quella zona operano Mudingawi e Portanova, i due uomini migliori del Bologna, che interrompono le azioni dei bianconeri.

Il gol arriva da un invenzione di Pirlo, che se non si fosse inventato una giocata maliziosa, non avrebbe sbloccato tanto facilmente il risultato. Punizione per la Juventus all’altezza del vertice destro dell’area avversaria. Nessuno del Bologna si mette davanti alla palla e Pirlo la passa a Vucinic lasciato solo. Lo stesso montenegrino si accorge della furbata un istante dopo il passaggio, ma è lesto a cogliere l’opportunità e a superare Gillet al 29’. Dopo la rete, la partita torna nei soliti binari. Juve in avanti ma con poche soluzioni creative e Bologna (modesto ma ben messo in campo da Bisoli) pronto a interrompere ogni azione. La grande pazzia però la commette Vucinic al 43’, che rimedia il secondo giallo per un intervento inutile a centrocampo e lascia la squadra in dieci per tutto il secondo tempo. Conte toglie Del Piero (poco tonico) e mette Matri. Gli emiliani trovano subito il pareggio, grazie a una clamorosa disattenzione di De Ceglie (responsabile per il momento di entrambi i gol subiti dalla Juve in Campionato), che perde palla e consente la battuta a rete. Buffon para, ma ne scaturisce il calcio d’angolo dal quale Portanova segna di testa al 6’. Dopo il pareggio a sorpresa, i bianconeri in inferiorità giocano meglio, tenendo il baricentro alto e cercando con foga il secondo gol. Krasic (che sbaglia molto e sembra risentire della concorrenza sulle fasce) lascia il posto a Giaccherini. E più tardi Vidal sostituisce un imbarazzato De Ceglie. Di fronte hanno una squadra modesta, che fa della rabbia e della concentrazione le sue armi migliori, ma che il pareggio impaurisce.

La Juve gioca bene. Non rischia in difesa e mette molta pressione al Bologna. Eppure il portiere rossoblu non deve compiere grandi parate. Alla Vecchia Signora non manca l’organizzazione di gioco, la concentrazione e la rabbia di inseguire il risultato. Manca la qualità. Conte ha a disposizione una squadra di gregari non di campioni. Tolti Pirlo (stratosferico contro questo Bologna), Del Piero (al quale ormai gli anni iniziano a pesare e si vede) e Vucinic (bravo ma incostante e sempre pronto alla colpo di genio come anche alla pazzia dell’espulsione) per il resto c’è poca sostanza. Krasic e Giaccherini non sembrano così determinanti. Non saltano mai l’uomo. Perdono palla. Arrancano. Non crossano. Forse è il caso di rivedere De Ceglie come esterno basso. Nel suo ruolo meglio Grosso o lo stesso Vidal. Marchisio ci mette la voglia e la quantità, ma alla lunga la stanchezza ne limita le giocate. Chi può fargli tirare un po’ il fiato? Conte lascia fuori Quagliarella, Elia, Estegarribia, lo stesso Vidal per ragioni ancora poco chiare. La verità però è che questa Juventus ha comprato tanto ma per il momento non ha elementi di qualità, che possano fare la grande giocata. Solo Pirlo. Ma se si dovesse infortunare? Insomma, tolta la sfida con il Parma, Siena e Bologna hanno già evidenziato i limiti dei bianconeri. E la sentenza che ha emesso il campo è che sarà un anno difficile per Conte e i suoi tifosi.

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