A Malta, 14° viaggio apostolico, migliaia i fedeli a sostenere anche con striscioni Benedetto XVI, bersaglio di ripetute e forti accuse e critiche. Oggi ricorre il quinto anniversario del suo pontificato
di Lilly Amato
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Roma, lunedì 19 aprile 2010 – Giornate intense per Benedetto XVI: dopo l’83° compleanno, venerdì scorso, il Papa festeggia oggi il quinto anniversario dalla sua elezione al soglio pontificio, mentre sabato e domenica si è svolto il viaggio a Malta, una delle terre dell’abominevole scandalo degli abusi sui minori. In questi anni e in particolare negli ultimi mesi, Papa Ratzinger ha dovuto affrontare continui e pesanti attacchi. Ma a Malta Benedetto XVI è stato accolto ed acclamato da migliaia di fedeli pronti a sostenerlo. Una folla festante di giovani cantava "Tanti auguri a te". Tra i numerosi striscioni, in particolare in uno era scritto: "Coraggio, Santo Padre". Obiettivo principale del viaggio era visitare i luoghi dell’apostolo Paolo e promuovere i valori della tolleranza soprattutto nei confronti degli immigrati. "Avete – ha detto il Papa ai fedeli – molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente".
"La vostra Nazione continui a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale". Il Vangelo, arrivato qui con San Paolo 1950 anni fa, "ha portato molti frutti lungo i secoli, contribuendo in innumerevoli modi a plasmare la ricca e nobile cultura di Malta". La visita nasce, infatti, dal desiderio di Benedetto XVI di un pellegrinaggio nei luoghi dove allora, colpito da una tempesta mentre navigava verso Roma, naufragò San Paolo, che in soli tre mesi riuscì a crearvi una fiorente comunità cristiana. Un luogo ideale, pertanto, da cui far partire quel "rinnovamento dei doni dello spirito sul popolo di Dio" invocato più volte in questi giorni dal pontefice ferito dal peccato dei preti pedofili e dagli attacchi incessanti.
Dopo la Santa Messa e il Regina Coeli nel Piazzale dei Granai a Floriana, è avvenuto il toccante incontro con otto vittime di abusi da parte di religiosi. Benedetto XVI, col volto rigato dalle lacrime, era "profondamente scosso dalle loro storie ed ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto", come riporta una nota apostolica, e, nello spirito della recente lettera ai cattolici d’Irlanda, "ha poi pregato affinché tutte le vittime degli abusi sperimentino la guarigione e la riconciliazione, mettendole in grado di andare avanti con rinnovata speranza; ha pregato con loro e li ha assicurati che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per investigare sulle accuse e consegnare alla giustizia i responsabili degli abusi". Le otto persone si sono dette soddisfatte dopo l’atteso incontro con Benedetto XVI.
"Sono stato sollevato e liberato da un grande peso", ha detto piangendo Lawrence Grech, una delle vittime, "io insieme ai miei amici abbiamo ringraziato tantissimo il Papa". Molti in seno alla Chiesa si sono macchiati di questi atroci delitti, ma molti sono rimasti esempi di vera santità, seguaci del Cristo fondatore della Chiesa Suo popolo. Non per le colpe dei primi possono essere condannati i secondi e tra questi il Vescovo di Roma, facile bersaglio di accuse per la sua eminente posizione, quasi come al tempo del Crucifige! rivolto a Gesù Cristo per i peccati degli uomini. Ma non solo gli atei o gli agnostici si insinuano in questo momento di fragilità ecclesiale per farsi forti e convincere della ragione del loro pensiero. Molti cristiani cattolici praticanti, pur riuscendo ad affermare con assoluta certezza che essi non sarebbero stati tra coloro che condannarano il Salvatore alla morte di croce, oggi si scagliano contro il successore di Pietro, che porta il peso di quegli attacchi con fede e coraggio.