Roma, martedì 29 gennaio 2013 – Ha debuttato lo scorso 22 gennaio al Teatro Stanze Segrete di Roma, Couples diretto da Giuseppe Oppedisano, in programma fino al 27 gennaio. Il regista, qui interprete al fianco di Maurizia Grossi, porta in scena due atti unici: Ashes to Ashes, del drammaturgo inglese Harold Pinter e The Date, di cui è autore. Filo conduttore delle due piéce è il doppio dialogo tra un uomo e una donna. In un crescendo di patos e ossessione, le differenti coppie rimangono intrappolate nel groviglio di quesiti esistenziali che si rivolgono, per lo più senza trovare una risposta soddisfacente.
La prima storia, Ashes to Ashes (Ceneri alla ceneri, nella traduzione di Alessandra Serra) è ambientata all’interno di una casa inglese del Dorset. Devlin indaga sul passato di sua moglie Rebecca, a partire dal racconto di un misterioso amante. Alternando momenti di complicità coniugale a gesti di schizofrenia parossistica, emergerà l’atroce trauma emotivo che Rebecca ha sepolto dentro di sé. La drammaturgia di Harold Pinter ha origine dal teatro dell’assurdo di Samuel Beckett. Oppedisano si riallaccia proprio a questo genere per il suo The Date. Facendo un balzo temporale in avanti, pur rimanendo tra le rassicuranti mura domestiche, compare una nuova coppia di sconosciuti, Zoe e Lui. Il loro incontro casuale condurrà entrambi a fare i conti con le rispettive coscienze, più che mai adombrate.
Lo spettacolo Couples, allestito nel teatro-salotto Stanze Segrete, crea soltanto una sottile linea di demarcazione tra il pubblico e gli attori. Infatti, non si ritrova il classico palcoscenico su cui cala il sipario, ma lo spazio dell’azione diventa un tutt’uno con la piccola sala raccolta, sviluppandosi anche al piano superiore. Una scala conduce alla camera da letto, che ogni spettatore può solo immaginare attraverso la porta d’ingresso. Il cerchio si apre e si chiude proprio da questo luogo intimo per eccellenza, lasciando per un attimo al buio delle proprie riflessioni. Alla fine dello spettacolo, come trovandosi davanti ad uno specchio parlante, riaffiora l’eco di uno dei tanti interrogativi:“Meglio restare o andare, capire o sentire?”. Il libero arbitrio, si sa, è spesso un’arma a doppio taglio.
Maria Teresa Limosa