Roma, lunedì 18 marzo 2013 – Era nell’aria. Già in settimana, con l’elezione del nuovo Papa (guarda caso Francesco I), si respirava a Roma un’aria. Un’atmosfera divina. E questa ha invaso anche l’Olimpico ieri sera, incarnandosi in un uomo: Francesco Totti. Scrive poesia con i piedi per 90 minuti, servendo ai compagni palloni che per qualsiasi altro giocatore sarebbe impossibile anche solo pensare. Disegna parabole (stavolta non di carattere divino) imprevedibili, con giocate sempre utili, mai banali. Come lui. Mai banale. Oltre però a passare il pallone, lo schiaffa anche in rete con una certa regolarità e con una certa classe: è la 226° volta che gonfia la rete negli stadi italiani, superando finalmente Nordahl a 225. Ora è 2° da solo nella classifica all time di gol segnati in Serie A, dietro al solo Piola a 274. Come recitava uno striscione due domeniche fa: “Piola next stop”.
La Roma ha fame e lo si capisce sin da subito. Bastano infatti sette minuti a Lamela per trafiggere MIrante: il “Coco” sfrutta al meglio un tiro-cross di De Rossi e devia sotto misura il pallone a porta sguarnita. I giallorossi dominano il match e poco prima del quarto d’ora vanno vicinissimi al raddoppio con Perrotta, che su assist di Marquinho colpisce in pieno la traversa. Il Parma si vede soltanto nel finale di tempo con una conclusione deviata di Parolo che mette i brividi a Stekelenburg. I primi 45 minuti si concludono con una Roma padrona del campo e meritatamente in vantaggio grazie al 13esimo goal stagionale di Erik Lamela.
Il Parma torna in campo con un piglio diverso e mette paura più volte alla Roma. Prima ci pensa Stekelenburg, che si fa sfuggire il pallone e lascia la porta libera ad Amauri che si fa prendere dalla fretta e calcia clamorosamente alto. Poi soltanto la traversa ed un intervento miracoloso di Burdisso evitano agli emiliani di riequilibrare le sorti del match. I giallorossi faticano, ma a venti dalla fine ecco la pennellata del campione: Totti batte una punizione dalla sua mattonella e sigla il goal che di fatto chiude il match. E’ la rete numero 226 in Serie A per il capitano della Roma, che supera Nordahl e diventa il secondo miglior marcatore assoluto della storia del campionato italiano.
Gli ultimi minuti sono pura accademia per la Roma, che gestisce il possesso scatenando anche gli ‘olè’ della Curva Sud, che al fischio finale può festeggiare la terza vittoria in quattro partite ed il pieno inserimento nella corsa per l’Europa.
E’ un destino ricorrente per la squadra emiliana essere testimone delle giornate chiave di Francesco Totti: dal giorno del terzo scudetto (17 giugno 2001) quando segnò il primo gol della partita, alla doppietta del 19 dicembre 2004 che gli consentì di superare Pruzzo, diventando il miglior cannoniere giallorosso di tutti i tempi. Senza dimenticare il primo marzo 2008, quando superò Giacomino Losi toccando le 288 presenze in campionato. Domenica oltre a superare Nordahl a quota 226 gol, il capitano giallorosso ha agganciato anche Gianni Rivera nella classifica delle presenze (527) tra tutti i campionati. In testa c’è Paolo Maldini a quota 647, ma se giocasse altre tre stagioni, il “nostro” Francesco potrebbe battere anche quel primato. Altro record in arrivo? Una cosa è certa: siamo fortunati di poter vedere giocare un calciatore così. E non parlo solo per i tifosi romanisti, che ovviamente, oltre che gli occhi, ci mettono il cuore e la passione per il loro simbolo. Ma parlo anche per tutti gli altri, che siano essi tifosi, intenditori di calcio, giornalisti, o bambini. Totti è un patrimonio mondiale. Le sue giocate ti fanno apprezzare la semplice essenza di questo sport. Lui è il calcio. Il Dio del calcio. E forse non ci rendiamo abbastanza conto della fortuna che abbiamo tutti. Anzi, che abbiamo Totti.